In «Rasif», Freitas affina il suo linguaggio musicale descrivendo in maniera definitiva il dualismo culturale cui si ispira; da un lato, il jazz nordamericano di Thelonious Monk, Chick Corea e Herbie Hancock, dall’altro le radici afro-brasiliane che si sublimano nelle ritmiche convulse del maracatu. Quello che sorprende, in questo mirabolante processo creativo, è la grande maturità dell’artista che, nonostante la giovane età, è in grado di conciliare elementi così diversi in un caleidoscopio espressivo del tutto personale che risulta costantemente equilibrato e mai stucchevole.