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TEATRO MARGERITA Marcialla
VIA AMELINDO MORI 20
Certaldo (Firenze)

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TEATRO MARGERITA•055/8074348•VIA AMELINDO MORI 20•MARCIALLA•FI•www.teatromargherita.org

11 APRILE 2015 0 COMMENTI GIOVANNI GUIDI & GIANLUCA PETRELLA “SoupStar” duo Luogo:Teatro Regina Margherita Jazz & Wine in concerto Sabato 11 Aprile 2015 ore 21.30 Guidi2 Giovanni Guidi: piano Gianluca Petrella: trombone Se lo stato di salute di un movimento artistico si misura anche dalla capacità delle nuove generazioni di mettersi in gioco delineando nuove strade, si può star certi che il jazz italiano viva un momento di grazia unico. Giovanni Guidi e Gianluca Petrella sono due degli esempi più convincenti di questo periodo storico. Oggi Giovanni Guidi non è più una rivelazione : in pochi anni e a passi da gigante ha trovato una propria strada – fatta di una progettualità unica e di una lucida consapevolezza nelle scelte artistiche – che lo sta portando ad affermarsi , oltre che come pianista, come organizzatore di suoni di prima scelta. E non è certo un caso che un musicista illuminato qual é Enrico Rava l’abbia voluto al suo fianco e a lui difficilmente rinunci. E lo stesso si può dire per Petrella, certamente uno dei nomi più accreditati in questi anni quando si parla nn solo di jazz ma – tout court – della miglior stirpe di musicisti di musica contemporanea. Dicono di loro: “…Di alta qualità emotiva e artistica è stato invece il concerto del duo Giovanni Guidi – Gianluca Petrella che ha aperto la programmazione al Museo Greco. Il sodalizio, nato circa un anno fa ma con poche esibizioni tuttora all’attivo, si regge su un’evidente sintonia umana. Il mondo espressivo del trombonista ha subito un’evoluzione nel tempo; oggi le sue note lunghe e acute, l’uso del vibrato e il senso melodico riescono a raggiungere un lirismo poetico, perfino una serenità, che la scontrosa e imprevedibile aggressività di un tempo non possedeva. Questi momenti di distensione non escludono ovviamente le tipiche accensioni del trombonista, contrastate ed espressioniste. Appunto per questo funziona a meraviglia il suo rapporto musicale con Guidi, che questi aspetti opposti, di decantato intimismo e di feroce estroversione, li racchiude e intreccia nella sua personalità, nel suo corpus compositivo e nel suo pianismo, che sa coniugare fasi delicatamente evocative e avvolgenti ed altre di aggrovigliata problematicità. A Orvieto è emerso per esempio un sorprendente “Over the Rainbow,” di struggente delicatezza, intonato con una diteggiatura distillata dal piano e con un fil di voce dal trombone sordinato.” (Libero Farnè – Allaboutjazz) “…E’ di scena nell’accogliente Teatro Studio il duo formato da Gianluca Petrella e Giovanni Guidi. I due, forti di una lunga collaborazione in varie formazioni e di una sintonia ormai finissima, danno vita ad una introspettiva esibizione di primissimo livello con una riproposizione del loro progetto Soupstar. Una lunga Disturbing The Peace è il primo brano di una scaletta che vede il susseguirsi di standard, dove spiccano su tutte una intensa Over The Rainbow ed una magistrale Prelude To A kiss, e brani originali tutti in egual misura convincenti. I due musicisti appaiono in serata intendendosi e completandosi a meraviglia in un dialogo che si fa immediatamente serrato: Petrella si conferma immediatamente mattatore in pirotecnici fraseggi che ammaliano, ricchi di classe e gusto, con Guidi, abile sia al piano che al Fender Rhodes, che si preoccupa quasi esclusivamente della parte armonica fornendo un prezioso tappeto tinto di velato free. La formazione ridotta al massimo non consente bluff, con i due bravi nel proporre un repertorio vario fatto di pezzi di media durata dove non mancano momenti di elegante ironia in un interplay continuo davvero notevole. Il talento di un Petrella in gran forma fa ancora una volta la differenza, sia come musicista che come compositore, con i ritmi africani di una sua bella Adis Abeba Calling che chiude un incontro da incorniciare, con la festosa rivisitazione di You Ain’t Gonna Know Because You Think You Know Me perla di un acclamato bis finale.” (Luca Labrini – Jazz Convention)

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