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LA STAZIONE
San Miniato (Pisa)

LA STAZIONE•Piazza Della Stazione, 1-3•San Miniato Basso•PI•INFO: 0571/418866• lastazione@gmail.com •www.associazionelastazione.it•www.myspace.com/lastazione

VENERDI 22 FEBBRAIO 2013 ore 22 CENTRO GIOVANI “LA STAZIONE” Piazza della Stazione, 1 56028 SAN MINIATO BASSO (Pisa) LO SCONOSCIUTO IN CONCERTO Passa dalla Stazione di S.Miniato il tour di “Decalogo +1”, prima fatica de Lo Sconosciuto, nuovo progetto di Federico Moi, già batterista di Morose e Hollowblue, con all'attivo un'intensa attività solista in lingua inglese (Yawn, Lovers of '69, Evolveordie). In questa nuova incarnazione, il poliedrico artista pisano si cimenta per la prima volta con la lingua italiana, con risultati originali e sorprendenti che rimandano al cantautorato meno convenzionale di Battiato e Faust'O, fino a echi indie, punk, folk, lo-fi, tra CCCP, MGZ e molto altro ancora. Sul disco, così scrive Guido Gambacorta su BLOW UP: Lo Sconosciuto è in realtà noto e si chiama Federico Moi: già batterista di Hollowblue e Morose, dopo anni di militanza anglofona giunge adesso al traguardo del primo disco in lingua italiana, interamente scritto, arrangiato e suonato da solo. Come un Franco Battiato meno filosofo e più operaio, un Alberto Radius meno rock e più punk, un Giovanni Lindo-Ferretti meno catto-leghista e più anarco-individualista, Federico snocciola il prorpio decalogo (più uno) di disillusioni, rancori e idiosincrasie, vestendo alternativamente i panni di quattro voci/personaggi: l’Uomo Pecora, Bambino, Neanderthal e Ordinario. Ne viene fuori un bislacco concept-album sul tema della responsabilità individuale di fronte al collasso della giustizia, della libertà e della solidarietà; un bignami etico che al nichilismo disfattista della ragione (“Odio la mia faccia allo specchio il riflesso di un niente senza identità; la morte è la vera libertà) accompagna il disperato ottimismo laico dei sentimenti (tuedio siamo meglio di dio e di tutti i santi, tuedio vinciamo sempre anche se siamo dei perdenti). Il rischio, più che concreto, di trovarci di fronte ad un’opera fastidiosamente autoreferenziale viene a sorpresa scongiurato, vuoi perché ciò che suona qui “fastidioso” lo è volutamente a tal punto da risultare a suo modo contagioso (il cantato-belato di identità, la plasticità plasticosa di libertà), vuoi perché l’autoreferenzialità assume più spesso la forma di sano cinismo tutto istinto (le abrasioni di solidarietà; l’improbabile punk-folk di odio; l’out-pop proprio out di sciopero) e schizoidi colpi di classe (l’electro gommosa, slabbrata scoglionata di volare, con Fabio Volo quale ignaro bersaglio; gelosia e il suo gustoso gioco di parole “e gelo sia tra di noi”). http://www.facebook.com/pages/Lo-Sconosciuto/100440803459750

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