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BRASKI LACASSE - So Afraid To Be Alone - R(esisto) Records

Si apre con un riff di chitarra che potrebbe benissimo essere preso ad esempio per spiegare a un neofita che cosa sia l’hard rock So Afraid To Be Alone, il nuovo album dei Braski Lacasse, band bolognese attiva dal 2011 e che già due anni fa aveva fatto capolino nel panorama rock con un EP omonimo. Il riff è quello di I Loved You So (Don’t Believe It), brano di grande impatto ed energia che subito stimola latestaafaresuegiùeilpiedeabat- tere per terra a ritmo. Una ritmica piut- tosto semplice lascia al frontman Niccolò Rangoni Machiavelli, alias Brain, l’occasione per mettere in risal- to tutta la profondità del proprio tim- bro; il pezzo scorre liscio e spedito per circa 100 secondi finché tutti i membri non iniziano a profondersi in una serie di stop and go magistralmente inca- strati fra la prima e l’ultima parte della canzone la quale riprende il riff iniziale e si conclude con la medesima poten- za. Niente male come inizio. Piuttosto interessante deve essere stato l’ap- puntamento fra il leader della forma- zione e il diavolo in persona, dal momento che ne è scaturito quello che è, a mio giudizio, il pezzo più diverten- te dell’album. Nonostante i cambi di ritmo (e, quasi, di genere musicale) che spezzano A Date With The Devil in due tronconi difficilmente ricongiungi- bili in un disegno unitario e program- mato, la seconda traccia dell’album sci- vola ancora più velocemente della pre- cedente, pur essendo quasi un minuto più lunga, e pare invitare anche i più riluttanti a “ballare”. Friends, terzo brano in scaletta, conferma un sentore già avuto durante l’ascolto della secon- da traccia: i Braski Lacasse sanno vedere ben oltre l’hard rock/heavy metal più canonico e quando lo fanno viene fuori il meglio delle loro poten- zialità. Il testo esprime l’amara rifles- sione che le amicizie spesso scompaio- no di fronte all’opportunismo, ma ciò non si traduce in musica in toni cupi o malinconici ,anzi il tutto sembra miti- gato e pervaso da un’aura di leggerez- za, come testimoniano l’intro di basso e il giro di chitarra quasi funk. I toni si calmano per la prima volta dall’inizio dell’album solo con la successiva Metamorphosis, che potrebbe essere considerata la ballata di So Afraid To Be Alone; pezzo in cui sembrano con- fluire ispirazioni diverse (tanto che a tratti sembrano giungere, a mio avvi- so, echi degli Iron Maiden e ad altri dei Pixies), accorpate però piuttosto bene. Metamorphosis funge anche da cesura dell’album, visto che con la successiva Away The Sun i toni tornano a essere quelli del principio: hard rock nudo e crudo. Go Into the Shell rischierebbe di passare inosservata se non fosse per il ritornello orecchiabile e coinvolgente, molto più apprezzabile del cambio punk che, alla maniera di A Date With The Devil, spezza il brano in due. Come già in apertura di disco, anche la chio- sa si rivela la più adatta a questo ruolo. In Wild And Lost si riscontrano tutte le peculiarità rintracciate nelle canzoni che l’hanno anticipata, in un clima di hard rock scanzonato e festaiolo. Ingredienti tradizionali ma anche tante innovazioni bollono nella pentola dei Braski Lacasse; se i musicisti bologne- si saranno bravi a sviluppare queste ultime più che a riproporre linee già sentite (come in parte hanno già fatto in questo lavoro), non dovranno esse- re So Afraid To Be Alone, poiché si garantiranno un seguito crescente e appassionato. Mirko Crulli www.facebook.com/braski.lacasse www.facebook.com/braski.lacasse https://soundcloud.com/braski- lacasse/sets/so-afraid-to-be- alone"https://soundcloud.com/br aski-lacasse/sets/so-afraid-to-be- alone
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