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NICODEMO In due corpi La Fabbrica/RAI Trade, 2010

NICODEMO In due corpi La Fabbrica/RAI Trade, 2010 Il fulcro di questo lavoro di Nicodemo sembra essere l’espressione di una struttura inconscia preriflessiva e collettiva che caratterizza la vita odierna. L’isteria sopita, il decadimento dell’essere umano, la coazione nel riepilogare il proprio passato, l’analisi del sistema delle relazioni… sono i punti chiave di questi disco estremamente curato e suggestivo. Il ritmo cardiaco che invade quest’opera è direttamente correlato all’attività combinatoria della mente umana: la versione “intellettuale” del cantautore non patisce però la solita autoreferenzialità in quanto si incarica di parlare delle datità umane che tutti – nel bene e nel male – sperimentano. L’approccio di Nicodemo è limpido, e l’affermazione di rivoluzione culturale che pervade tutto il disco non stona, perché esibita attraverso un’esuberanza musicale appestata, dolorosa, abietta. Disco che può colorare le vostre ore, può farvi venire voglia di ascoltarvi; opera che mette in musica la nostra dicotomia (il titolo vi allude in modo palese), disco che si muove al centro della strada come tentativo di raggelare l’angoscia che ci incalza. Nicodemo non offre soluzioni, ma espone in modo chiarissimo i problemi: un codice tutto particolare di comunicazione. Come un’equazione di quinto grado… il disco sembra essere stato scritto da un bambino con gli occhi ben aperti, cosciente del fatto che la vita è una parodia e che non ha un’interpretazione. E lo straniamento che prova il bambino di cui sopra è però anche nostro. Al di là di Brecht. Complimenti all’autore, e arrivederci sul Golgota.
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