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TULLI LUM - Tulli Lum Sony Jazz, 2002

Negli ultimi decenni sono molte le entità nazionali che hanno ottenuto la loro indipendenza, altre culture invece sembrano destinate all'estinzione, nel presente caso mi riferisco alla Livonia, piccolo paese su nel Baltico in un'area intorno al golfo di Riga, le prime tracce che si hanno della loro esistenza risalgono a degli scritti dell'anno 1113, in quel secolo i Livoni se la dovettero vedere con i soliti cavalieri crociati, i precursori della globalizzazione, anche se a quel tempo solo "spirituale". Dopo dominazioni germaniche scandinave e sovietiche negli ultimi decenni la cultura livone è stata progressivamente inglobata soprattutto dai paesi su cui ora si trova, cioè Estonia e Lettonia, ad oggi si stima che siano meno di cento le persone di madrelingua livone! Arriviamo così al punto della discussione, una di queste poche superstiti si chiama Julgi Stalte, e canta usando la sua lingua in questo disco dei Tulli Lum, album che a prescindere da questa sua unicità, risulta anche piuttosto interessante, certo le parole saranno comprensibili solo a qualche decina di persone (quindi più o meno come l'inglese) in tutto il mondo, ma le sonorità possono essere facilmente apprezzate anche a sud del Baltico, i Tulli Lum aggiungono un tocco moderno al folk del loro paese senza che esso perda la propria originalità, ascoltandoli non si riesce a collocarli in nessuno dei generi già popolarizzati in Europa, Julgi Stalte dice "Se osi dire chi sei e combattere per questo, allora hai effettivamente vinto sul mondo intero" adesso che in Italia c'è qualcuno che sa chi sei Julgi, allora hai vinto! Vhomas topalov
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