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MARCELLO CAPRA Preludio ad una nuova alba Electromantic, 2010

Un suonare meraviglioso, dilatato, una chitarra portata livelli stratosferici. Quasi new age ma decisamente oltre, fra spazi siderali e altre vastità da agorafobia. Ritmi spezzati, frenesia artistico-creativa, Capra aggiunge note a note, costruisce arabeschi e li distrugge con la diligenza puntigliosa dell’artista che crea e frantuma il suo lavoro, perché tutto si gioca nel presente. E i ricordi affiorano, chitarra come richiamo a quando eravamo primavera, chitarra che contemporaneamente fa sanguinare e trasmette benessere: armonie velate e (de)strutturate. Le trasformazioni sonore prodotte da Capra possono essere amate anche solo per la sua capacità sbalorditiva di creare per l’istantaneità, per la sua immediatezza comunicativa, per la simultaneità delle sue note di produrre movimenti d’affezione nel nostro essere disperso. Musica come fusione e confusione, cuore trafitto, unione di noi stessi con la nostra anima (avete mai sentito corde così lancinanti?). In un dirottamento emotivo di note accuratissime, si compie nell’ascoltatore una trasformazione incorporea istantanea: rapporto istantaneo di ciò che è dentro con il fuori, soggettività e oggettività fusi in quell’amalgama “problematico” (e per questo ovviamente auspicabile!) di un’inedita condizione della coscienza. Disco da tenersi stretto, disco da intervallare con i baci alla nostra amata, disco da corteggiare, disco da avere in due copie, disco che fuori dalle circostanze: è veramente un PRELUDIO AD UNA NUOVA ALBA, un appuntamento con un “noi” declinato in un nuovo stato. Uno stato di grazia. Di fronte a questo disco la cocaina non è che un passatempo per capistazione. Frustati. Angelo Rizzi
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