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ISAN Glow in the dark Safari Set morr music, 2010

dopo 4 anni da Plans drawn in pencil, torna, sempre per morr music, il duo inglese isan, con un disco che ne conferma qualità e senso estetico. Molto vicini ad un sound forse più germanico che britannico, sfornano 11 brani di elettronica molto delicata, melodica, ma non esattamente minimale. Il sound tipico della minimal tedesca prevede l’esaltamento delle qualità sincroniche del suono, spesso adoperando pochi diversivi in un singolo brano: l’attenzione di Isan è invece decisamente spostata sul divenire, sul fluttuare, su di armonie ricche e colorate. Inoltre, e la cosa non è da tutti, si può riconoscere il timbro del duo ( gli Isan sono Robin Saville ed anthony Ryan), le loro metodologie espressive, che marchiano in modo indelebile il loro nome, senza concedere dubbi sulla paternità di un sound sempre attuale. Il disco inizia con channel Ten, il loro nuovo singolo, non molto distante dal loro passato, estremamente poggiato su ritmiche minimal-teuoniche, mentre Device, il secondo brano, funge da ponte armonioso per l’arrivo della terza traccia, Merman Sounds, dove il suono racchiude, in un brano che sa destare meraviglia, loop leggiadri ed electronic scratches, che sanno dare il tempo di una composizione di più di 7’30”, decisamente instrumental synth-pop, in perpetuo divenire e mutare, tra parti basate sulle ritmiche ed altre aperte su delays ed echo, tra sezioni fruibili a tutti e sonorità leggermente acide. Dopo i ‘canonici’ loop di Grisette, ecco il refrain di The Axle, assolutamente ambient/psych, e le ritmiche Proprio qui capiamo che tra Isan e la minimal teutonica vi è lo spettro di Four Tet, di un comporre decisamente tendente a fare sognare, a riconciliarci con il bello della vita attraverso il suono, con una colonna sonora degna dei ricordi più solari e positivi delle nostre più o meno blasfeme esistenze. Non si tratta qui di sperimentare, ma di trovare una via di fuga, che può piacere ad una moltitudine di persone, e non solo all’ascoltatore di nicchia. Forse il motivo per cui Isan non è mai stato un duo realmente famoso, pur avendo un nome nell’ambiente della musica elettronica internazionale, è proprio il loro voler distillare brani orecchiabili e meravigliosi in un contenitore che si poggia su di un’innegabile tendenza alla sperimentazione, che concede poco alla banalità e nulla al semplicismo. Degni di eseguire colonne sonore per film anche superiori a quelli di Sorrentino, Isan ci offrono un disco che non può essere definito il loro miglior album, ma semplicemente un tassello davvero ottimo di una discografia che personalmente reputo tra le più interessanti di tutto il panorama elettronico europeo, vuoi per la loro fedeltà al proprio linguaggio ed alla propria ricerca, vuoi per i brani che hanno saputo comporre, vuoi per l’estremo intellettualismo che li contraddistingue. Senza commentare né descrivere altro, vi invito calorosamente ad ascoltare Glow in the dark Safari set. In fondo, ed è questo che conta, so che non ne rimarrete affatto delusi. Senza dire altro. Simone Bertasa
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