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ERYKAH BADU new amerykha Part ii – the Return Of the ankh Universal mowtown, 2010

Eccoci, come promesso, la seconda parte del capolavoro… Da dove partire per parlare dell’ennesimo successo di una pietra miliare del panorama soul galattico? Ok, cominciamo dal titolo… Erykah Badu stessa racconta durante un’intervista, che il concept album New Amerykah rappresenta le due parti del suo cervello, la parte sinistra e quella destra. La prima, a cui è dedicata Part I del 2008, di cui ricordo il sottotitolo, 4th World War, è concentrata sugli aspetti analitici, politici e sociali della realtà. La parte destra, quella emozionale, istintiva, creativa la fa da padrone in questa seconda parte, che l’artista texana ricollega al simbolo dell’ankh, ricorrente già dal suo album d’esordio, Baduzim, del 1997. “Ho approfondito molto il significato dell’ aknk durante gli studi di alchimia all’inizio della mia carriera” continua nell’intervista “Significa vita eterna. Mi sento esattamente come in quel momento, quando non c’erano aspettative, non avevo nessun’aspettativa rispetto a me stessa. E mi sento ancora così per molti motivi. È come un cerchio, per questo anche l’ankh ritorna.” In effetti, messa da parte la politica di 4th World War e anche l’elettronica di Worldwide Underground (2003), si ritorna a parlare di rapporti, di sentimenti, di femminilità. Non per niente il primo verso della prima canzone dell’opera, 20 Feet Tall, è My Love. E in effetti il simbolo egizio ha a che fare anche con una dimensione più relazionale, essendo la rappresentazione della comunione perfetta tra il principio maschile, l’asta, e quello femminile, l’ansa. I due albums che compongono New Amerykah sono stati scritti e registrati praticamente in contemporanea negli Electric lady Studios di new york City – motivo per cui vantano praticamente la stessa pro duzione, e se non ve la ricordate, recuperate la recensione sul numero del mese scorso - anche se poi distribuiti a due anni di distanza l’uno dall’altro. Ora che il lavoro è concluso e per così dire interamente rivelato, l’artista parla così della sua genesi: “La storia comincia nel 2003. Stavo uscendo da un periodo abbastanza basso artisticamente parlando, vittima di una sorta di “blocco dello scrittore” che mi frustrava molto. Accettare quella condizione mi ha paradossalmente sbloccato e in pochissimo tempo ho scritto una cinquantina di canzoni, a volte più di un pezzo contemporaneamente, e le registravo sul mio computer. Volevo che tutto succedesse in fretta, volevo capire dove tutto questo mi stesse portando”. Il primo singolo estratto dall’album è Window Seat è un diamante della soul dal testo delicato, innamorato. Il relativo video, girato in perfetto guerrilla style è stato uno scandalo: Erykah passeggia tranquillamente per le strade di un’assolata Dallas, sua città natale, dopo aver correttamente posteggiato l’auto. Fin qui tutto regolare, se non fosse che, mentre cammina, si spoglia. Completamente. Nuda, fra gli sguardi esterrefatti dei passanti, chiaramente all’oscuro di tutto, si prende una pallottola nella schiena e stramazza al suolo. Per altro nello stesso punto in cui spararono a J. F. Kennedy il 22 Novembre 1963. Niente di meglio per far innervosire i puritani americani. Il tutto le è valso una denuncia per condotta indecente e 500 dollari di multa causa sfortunata presenza di bambini durante lo streap tease. In realtà il significato del video è estremamente profondo, incentrato sul concetto di gruppo. Lascio sempre spiegare a lei: “Stando in gruppo noi non riusciamo sempre ad essere veramente noi stessi perché la nostra più grande preoccupazione è quella di accontentare gli altri ed l’essere accondiscendenti può impedirci di fare quello che davvero vogliamo fare. Inoltre, altra caratteristica del gruppo è quella di far sentire coloro che sono diversi colpevoli di esserlo. È fondamentale essere consapevoli di questo meccanismo. Qualsiasi cosa tu faccia, l’importante è che tu eserciti la consapevolezza che il gruppo cerca di dominarti”. La scelta del parallelo con l’assassinio di Kennedy ha proprio il senso di rappresentare l’ uccisione della personalità del singolo da parte della collettività. L’ atto è stato forte poiché voleva essere un invito per la gente a liberarsi, in un modo o nell’altro. Alla fine del video, mentre lei è ancora stesa al suolo, una voce fuori campo recita: “Giocano pulito, sono veloci ad uccidere quello che non capiscono. Si muovono in branco ingerendo sempre più paura ad ogni atto di odio reciproco. Si sentono più a loro agio in gruppi, meno sensi di colpa da digerire. Questo siamo noi. Questo è quello che siamo diventati. Spaventati di rispettare l’individuo. Una persona singola in determinate circostanze può spostarsi per cambiare. Per amare noi stessi. Per evolvere”. Ecco, e non venitemi a paragonare questo con Telephone di Lady Gaga, perché sarebbe davvero un insulto all’intelligenza. Cambiando argomento, ma poi mica tanto, l’idea per il disegno della copertina dell’album è tratto da uno shooting fotografico ispirato al film La montagna sacra di alejandro Jodorowsky (1973). La fotografia è poi stata rielaborata graficamente e intitolata come l’ultima traccia dell’album, nonchè titolo del tour di Erykah, out of My Mind, Just In Time, meraviglia musicale di più di 10 minuti e composta da tre parti, in stile Green eyes di mama’s Gun. La prima sezione è decisamente jazz e lenta, dai chiari riferimenti a nina Simone e Billie Holiday: I’m a recovering under cover over lover/recovering from a love I can’t get over /recovering undercover over lover/and now my common law lover thinks he wants another/And I’d lie for you/I’d cry for you/(a)nd pop for you/and break for you/and hate for you/And I’ll hate you too…. Dio solo sa quanto la capisca… Poi il ritmo sale e il testo cambia: Erykah analizza meglio la situazione: I am numb/Bitter dream/Fruit so raw/Winter cold/Let me out. Alla fine, la calma e l’accettazione di questa relazione per quella che è: una dipendenza. Un paio di altre perle dell’album – dovrei citare i pezzi uno a uno, ma sto cercando di essere sintetica: Turn Me Away (Get Munny), in cu viente ripresa la Get Money di notorious B.i.G. e Junior m.a.f.i.a, decisamente funky e Incense, introdotta dall’arpa di Kirsten agresta Copely. Per il resto ragazzi, ascoltate l’album. Dulcis in fundo per gli appassionati: il 20 Luglio Erykah si produrrà a Roma. Faccio presente che attualmente il prezzo medio di un biglietto si aggira attorno ai 150 euro…
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