Paradise Lost / In Requiem Back to the roots. Venti anni di storia, oltre due milioni di dischi venduti ed un documentario intitolato “Over the Madness” sulla storia dei Paradise Lost e le origini del Gothic Metal presentato nientemeno che al festival di Cannes di quest’anno: questi gli insindacabili cifre e fatti che danno un’idea delle dimensioni del fenomeno Paradiso Perduto al giorno d’oggi. Non stiamo parlando degli ultimi arrivati, bensì di chi al genere ha dato ragione sociale, lasciando che numerosi ritardatari cogliessero i frutti di quanto seminato oltre quindici anni fa, e procedendo talvolta verso rotte assolutamente inaspettate. Non possiamo sapere cosa spinse la band inglese a pubblicare dischi come “One Second” e il depechemodiano “Host”; tuttavia è probabile che “In Requiem”, visti i dati sopra riportati, non sia il tipico album studiato a tavolino da chi vuole vendere il più possibile il proprio prodotto. I Paradise Lost pare infatti non ne abbiano affatto bisogno. È bene sottolineare questo aspetto, perché certi ritorni al passato sono inevitabilmente guardati con sospetto da chi conosce a menadito la discografia della Vecchia Guardia Doom/Goth/Death. Forse perché i precedenti “Symbol of Life” e “Paradise Lost” sono passati un po’ inosservati dalle nostre parti, forse perché la ditta Holmes&Mackintosh ha sempre e comunque curato la qualità delle proprie composizioni; fatto sta che l’amarcord gotico di “In Requiem” suona fresco e solido in ciascuna delle sue undici tracce e, ammettiamolo, quanto spesso capita ormai di ascoltare con assoluto piacere un disco dalla prima all’ultima canzone? Dai tempi di “Draconian Times” non si sentiva un Nick Holmes tanto ispirato, anche se il suo cantato lascia comunque spazio alle clean vocals; e dallo stesso periodo non si ascoltavano assoli di chitarra degni di tal nome. Completano il quadro interventi campionati, orchestrazioni, qualche fugace ammiccamento a certo Doom Metal – spiazzante lo stacco che introduce la seconda metà di “Ash & Debris” -, in brani dalla struttura non sempre immediata. Un comeback notevole, da parte di una band che, in un modo o nell’altro, ha sempre intrapreso un percorso musicale di prim’ordine e, soprattutto, senza mai guardare in faccia a nessuno. Leaders, not followers! www.paradiselost.co.uk -