Taakakira “Taka” Goto punta il dito su un mondo dominato dalla smania di arricchirsi a discapito dei più deboli, abitato da esseri umani dimentichi di chi sono, la cui competitività è il vero virus di un’era antropocentrica che tutto distrugge. I Monoimmaginano l’ascesa a uno stadio di pace e calma, di riconciliazione e vita. Soprattutto vita. Lo fanno accendendo un faro che illumina il mare dipinto in “Pilgrimage”, ritirano i remi e proseguono il cammino a piedi, guardando il cielo. A fare da guida le fasi ritmiche di Dahm Majuri Cipolla, presente più che mai, il cui compito è sorreggere l’etereo incastro ordito da Taka, Kunishi e Yoda, che si compattano per lanciare lo spirito dritto tra le nuvole.Taka ricorda con dolcezza Steve Albini e, se “To All Trains” è stato il suo canto del cigno distruttore, “Oath” lo è da un altro punto di vista, ricordando ora e per sempre la differenza immensa che può fare l’organizzazione di un suono lasciato libero di espandersi senza costrizioni.