La leggenda narra che nella primavera del 2004 tra le brumose lande pisane tre giovani apprendisti decidono di creare un progetto musicale che abbia nelle sue vene un’attinenza nei confronti di sonorità dalla chiara impostazione rock e che esprima le proprie liriche attraverso la lingua inglese. Il terzetto inizia così la sua avventura nel fantastico mondo dell’indie italiano a colpi d’esibizioni dal vivo e partecipazioni a svariati concorsi, uno dei quali li porterà alla registrazione di un ep al Natural Head Quarters Studio di Ferrara, sotto l’occhio vigile dello “stregone” del suono Max Stirner. In una di queste notti ferraresi, però, ai tre appare in sogno il fantasma di Francis Rossi, famoso chitarrista degli Status Quo, che indica loro la giusta direzione da intraprendere: esprimersi attraverso la propria madrelingua. Inizia così quel delicato processo di traduzione che li porterà a convertire l’inglese sino ad ora utilizzato con il proprio idioma. Nasce quindi l’album “Fuori fuoco”, un gradevole pentolone sonoro i cui ingredienti variano dal rock-blues allo stoner e dalla musica della West Coast alla psichedelia scandinava, un’eccellente miscela che si deduce dai sei episodi qui raccolti e che mettono in luce un’assoluta devozione per un rock saturo, sagace e morbido allo stesso tempo. Brani decisamente coinvolgenti nella loro metamorfosi linguistica e per i perfetti intrecci tra chitarra, basso e batteria, il cui incontro viene risaltato dagli apporti fondamentali di strumenti quali synth, percussioni e mandolino. Il rock-blues esplosivo di “Morbide inquietudini”, quello più morbido della ballata “Lievi spostamenti” e le timbriche stoner di brani quali “Dolenze” ed “In cammino”, esprimono bene l’inclinazione musicale dei Kif. Un disco più che promettente quello della band toscana che ha da la sua la forza di ottime composizioni, nella speranza che la leggenda diventi realtà. www.myspace.com/kifband