DEVILLE | Come Heavy Sleep [re]view Chiunque abbia avuto il piacere di vivere con i propri nonni, immersi nei loro ricordi eppure desiderosi di andare alla ricerca di quel poco di buono che la modernità fosse in grado di offrire loro, saprà certo che le cose migliori non hanno bisogno di essere annunciate tramite squilli di trombe. Il reale valore delle cose risiede infatti nella semplicità, e nelle intenzioni con cui vengono compiuti i gesti di tutti i giorni, badando non tanto alla forma del gesto in sé, quanto al suo significato intrinseco. È così che capita di imbattersi in formazioni semisconosciute quali i Deville, presentatisi per la prima volta non molto tempo addietro grazie ad uno split che li vedeva al fianco dagli altrettanto ignoti Sergej The Freak. La capacità di rievocare con leggerezza il fantasma dei mai dimenticati Goatsnake fa sì che vengano subito inclusi nel calderone stoner, come se fossero uno fra i tanti cloni dei soliti noti. E invece no, perché qui, a dispetto di una formula sonora oltremodo abusata, le consuete ritmiche groovy ("Stillborn", "Rise Above") sanno affiancarsi con gusto a passaggi lusinghieri eppure non privi di momenti a loro volta elettrici ("Far Beyond"). A farsi assaporare con piacere è però l'impasto, nel quale questi due ingredienti vanno a mescolarsi ripercorrendo la strada degli ormai dispersi Sunride ("Into The Smoke"). Superfluo dire che qui è più che tangibile come lo stoner possa aspirare non soltanto ad apparire sporco e robusto nei suoni, bensì un pelo ruffiano e carezzevole. Perché la torta della nonna era così: pervasa da un profumo intenso e delicato, eppure crudele al tal punto da divenire croce e delizia delle ore appena successive la grande abbuffata. www.deville.nu www.facebook.com/devilleband