THE YOUNG GODS Resistente Amore e Rivoluzione
Un album resistente. Parola chiave. Di amore e rivoluzione ha bisogno The Young Gods, anche se i suoi componenti hanno superato la sessantina, che importa? Hey amour è il manifesto, amore che accompagna a vita, “la révolution”, ripete Treichler, pezzo bowieiano, quello di “Outside” e di “Earthling”, sinuoso, serpeggia e morde, pulsa sintetico, sfonda. Sfonda anche la title track, drumming possente, strangolante, velocità e chitarre che fulminano. Riprende il massacro, più aperto Blue Me Away, dal ritornello wave che scintilla. Blackwater, col basso che gira come un drone, e gli altri attorno a crescere ed esplodere per tornare sott’acqua, synth che punteggiano. Trip hop sporco, Intertidal, futurismo muscolare, psicosi ipnagogica. Shine That Drone, spinta noise rock, cuore industriale che pompa che benzina nelle vene. Glitch, sample, disfacimento elettronico, Tu en ami du temps, crescendo e poi pedal to the metal, sei corde che gridano. Come tutto grida, senza farlo, in “Appear Disappear”.
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