OLIVIER MESSIAEN Quartet for the End of Time La spiritualità di Messiaen è il perno attorno a cui ruota tutta la sua opera, ma sicuramente il Quartetto per la fine dei tempi è uno dei luoghi musicali in cui la si tocca con mano. Era inverno e Olivier se ne stava, non per sua volontà, nello Stalag VIII-A di Görlitz. Con lui altri musicisti. Spuntano fuori un violino, un violoncello senza una corda e un clarinetto. Impossibile non mettersi a comporre (aggiungendo anche una parte per pianoforte). Musica=vita, in una delle migliori esemplificazioni. La «prima»: stesso luogo, gennaio 1941, al gelo, davanti a qualche migliaio di prigionieri di varia nazionalità, dopo aver scovato un piano verticale con i tasti che si incastravano. «Il miglior uditorio della mia vita» dirà in seguito Messiaen. La barbarie sarebbe stata sconfitta anche grazie agli otto movimenti del suo Quartetto.