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KONKHRA Come Down Cold Si presenta difficile il dopo Weak Out The Weed per i Konkhra. Da sconosciuto (ai più) gruppo estremo scondinavo, a rivelazione per il metal tutto, con quello che è stato, a tutti gli effetti, il vero proseguimento di Disincarnate di James Murphy, il loro (ex) chitarrista. Ed ora? Tanta voglia di continuare, di non perdere quel piccolo potere conquistato con sudore e fatica, di rivedersi protagonisti sulle pagine del mondo rock. E quasi d'istinto, il piede preme sul freno. Ai Konkhra di Come Down Cold manca, per dirla tutta, la voglia di riprovarci, di andare, classicamente, oltre loro stessi. Questo è la sensazione che avvolge il loro nuovo parto, buono sì, ma non irresistibile. Iniziano con il quasi thrash di Godgiven e White, poi riprendono a macinare atmosfere più lente e growl, ma, non posso non notare, con rilevabile stanchezza. Così la voce straziante di Anders Lundemark diventa uno sbiadito attacco metal, non più la guida di un tribalismo affascinante. Ed ogni canzone sembra mancare di piccoli elementi importanti. Come Down Cold è un album che ci potevamo aspettare dai tanti gruppi minori, non da chi ha dimostrato di poter inventare.