KHOLD Phantom (Moonfog/Audioglobe) Questi hanno capito tutto. Non sto dicendo che hanno trovato l’unica soluzione possibile per togliere il black metal dalle pastoie di una crisi di identità e di creatività imbarazzante, però sono consapevoli di tale situazione e se ne chiamano fuori ponendosi su un piano diverso. Diverso da chi, invero ormai pochissimi, continua la devastazione con suoni ferali e veramente maligni. Diverso da chi ha scelto di convertirsi/contaminarsi con elettronica, industrial, gothic, power, epic o speed. Diverso da realtà, comunque interessanti, come Satyricon o Arcturus. I Khold hanno edificato un sound che prende chiaramente spunto dal metallo nero, però lo rivestono con un groove che si incontra di raro a queste latitudini e affrontano la composizione dei brani come se fossero un gruppo noise rock grezzo. ‘Phantom’ è il secondo lavoro della formazione norvegese, in cui si concretizza il loro piano, già ben impostato nel precedente ‘Masterpiss Of Pain’, ma che qui riceve la definitiva consacrazione. Il percorso evolutivo dei Khold è simile (seppur in un genere diverso) a quello seguito dagli Entombed, solo che nel caso di Lars Goran Petrov e soci la velocità di esecuzione era rimasta immutata, mentre i Khold hanno diminuito il numero di giri al minuto, lasciando inalterato il tasso di malvagità e riuscendo addirittura a risultare perversamente accattivanti.