GREEN VELVET Whatever Quando nel '77 il punk alzava il dito medio contro il mondo, la disco music invadeva il mercato. In Inghilterra il punk diceva No, per protestare contro la struttura sociale e culturale in cui era nato, mentre negli Stati Uniti, la disco reagiva alle stesse istanze con un Sì. Quel Sì (il mondo mi fa schifo, ma voglio divertirmi) e quel No (il mondo fa schifo e voglio combatterlo), hanno scatenato l'inizio di due rivoluzioni che hanno scelto strade diverse. Da allora, la dance è costellata di personaggi che, pur essendo disc jockey, portano con se anche il No riottoso del punk- Green Velvet è uno di loro. Curtis Jones (questo il suo nome), è nato a Chicago e oltre alla ruvida produzione techno deve la sua fama alla verde capigliatura che porta sulla sua testa afro americana. La La Land è il singolo che suona nei club di tutto il mondo (anche lo schizzinoso James Lavelle l'ha inserito nella sua ultima compilation) e il testo non smentisce una vocazione da agitatore. Racconta, in modo impertinente, di piccole pasticche che bruciano i cervelli e che aprono le porte di un'altra dimensione: «Non ho voluto dire nulla a favore o contro la droga; è solamente un modo onesto di parlare di un aspetto fondamentale della clubland. La droga è parte integrante della club culture ed io ho raccontato semplicemente la realtà». Green Velvet parla della sua musica come di tekno punk: «Anche se sono ossessionato dalla house, adoro entrambe le forme di musica: quella pesante delle batterie della techno e una certa attitudine del punk. Cerco di non essere completamente nichilista, però, abbracciando una parte del pensiero punk, specialmente il rifiuto dell'autorità e il Do It Yourself". Whatever è il secondo album di Green Velvet, non all'altezza del precedente, ma reso interessante dalla mente di Curtis Jones, capace di raccontare (nel disco ci sono i testi!) frustrazione, voglia di fuga ed esperienza chimica, in modo più potente di quanto facciano, con la chitarra, i suoi colleghi punk contemporanei.