GRAHAM COXON Happiness In Magazines (Emi, 2004) Rendermi vita facile, ecco cosa penso quando acquisto un cd dalla confezione in cartoncino, estrarre il booklet in un cofanetto o confezione di cartone non comporta alcuna imprecazione a differenza di quanto invece accade nella classica confezione di plastica, dove il libricino solitamente stenta a scivolare fuori se non dopo aver accumulato una buona dose di "arggrrgg" e "porc... (biiiip)". (dovrebbero metterlo nelle avvertenze in ogni cd di plastica: Attenzione, togliere il libricino da questo cd non è semplice !) Tutta questa pappardella di premessa per dirvi che Happiness in Magazines, l'ultima faccia dell'ex chitarrista dei Blur Graham Coxon, è il tipico album che scarto con il sorriso stampato in bocca, la confezione è per l'appunto in cartone e il booklet scorre fuori che è una meraviglia. Poi è gradevole, la copertina intendo, piacevole più che altro, m'aveva colpito subito, al primo sguardo, piano piano realizzo che è decisamente bella, azzeccato l'abbinamento dei colori e la distanza tra un immagine e l'altra, la prospettiva che si crea, bella pure la strada con le freccette sul bordo... insomma, il sorriso in bocca mi rimane stampato per un altro paio di minuti ancora. Fase due: passo all'ascolto, oddio, e adesso ? che dico... !? che faccio ? come dire... la prima traccia, si carina, mmmh, basta mando avanti, la seconda, mmmh noiosetta... arrivo alla quarta, la quinta, sbadiglio, vabbè, ho capito, per tutti il tempo passa, ci si invecchia, gli umori scorrono e le ispirazioni passano, le vecchie sbronze cominciano a farsi sentire e Coxon che fa ? Nulla, non si è mosso di una virgola, è decisamente rimasto qualche annetto addietro cari miei, questo disco sembra scritto ai tempi poco lucidi di "13" e tutto appare molto come una lunga e noiosissima "Coffe and tv". L'unica cosa che mi viene in mente è che probabilmente, se lo stesso Graham Coxon non avesse abbandonato i vecchi giovani compagni di bevute (o viceversa ? ...bò, non c'ho capito niente, ste cose so peggio di beautiful !!!!), i Blur non avrebbero certamente dato alla luce quel mini capolavoro di nome Think tank. Per l'amor del cielo, con questo, non voglio dirvi che il disco è destinato alla spazzatura, per carità, ci mancherebbe, è carino, ascoltabile, la maggior parte dei pezzi che saltellano dalla spudoratezza beatlesiana al powerpop più spinto e coinvolgente sono gradevoli, ma alla fine, nel complesso, che paaaaaaalllllleeeeeeee, qualcuno avverta il signorino Coxon che la guerra con gli oasis è finita da un pezzo !!!! ...brit-chepallepop ! www.grahamcoxon.co.uk