GEORGE RUSSELL New York, N.Y./ Impulse Tra il 1958 e il '59, quando l'arrangiatore George Russell stava ancora sperimentando le sue teorie formulate più tardi nel trattato The Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization, la Decca gli offrì carta bianca per reclutare i migliori jazzmen di New York. Il progetto era una suite dedicata appunto a Manhattan e alle sue sofisticate forme musicali multietniche in voga nella metropoli. Russell ingaggiò per le tre session la crema dei solisti disponibili al momento, fondendo con intelligenza elementi di diverse scuole del jazz moderno. L'album straordinario che ne venne fuori, forse il primo totalmente convincente di Russell e uno dei suoi più belli, viene ora ripubblicato su cd dalla Impulse. Gli arrangiamenti per orchestra sono già tipicamente russelliani, un po' cinematografici come si addice a New York, con un mix di swing, trombe e tromboni sordinati, splendidi assoli e quella scrittura sobria e impeccabile che il carismatico musicista nato nel 1923 a Cincinnati, Ohio, ha sviluppato poi con magistrale comunicativa. 45 minuti di musica accattivante e tutt'altro che nostalgica nobilitata dagli interventi solistici di fuoriclasse come John Coltrane, che proprio negli stessi giorni aveva registrato capolavori come Kind of blue di Miles Davis e il suo Giant steps, come Bill Evans, anche lui reduce da Kind of blue, o come Art Farmer, Bob Brookmeyer, Hal McKusick, Phil Woods, Al Cohn, Benny Golson, Barry Galbraith, Max Roach, Milt Hilton e altri. Jon Hendricks è l'amabile rapper-narratore-istrione che ci fa da guida nelle vertiginose vie di New York. Anche riascoltato 40 anni dopo la sua creazione, New York, N.Y. suona tutt'ora affascinante e poco datato