ELLIOTT JAMES MURPHY 12/ L'Elliott Murphy fondamentale arriva sino a Murph The Surph, 1982. Ma già allora erano in crisi i suoi termini di riferimento: la scena cantautoriale, così brillante a fine anni '70, diventava sempre più ripetitiva, mentre il circuito delle notti newyorchesi non riusciva a proporre sostituti adeguati a Patti Smith e Television. Dopo qualche passo discografico incerto, Murphy decise di accontentarsi della sua condizione di musicista per cultori (più in Europa che in patria) incidendo una serie di dischi mai eccelsi ma sempre gradevoli sino al recente Beauregard 12 (datato 1991) è inciso in Francia e le sue 23 canzoni vanno considerate come una raccolta di racconti (o una galleria di ritratti) dove Ernest Hemingway e Bob Dylan, Henry Miller e Tom Verlaine s'incontrano e si piacciono. La connessione profonda fra parole e musica è dimostrata dal fatto che i testi più intensi si accompagnano alle melodie più forti. Due pezzi in particolare sono degni del miglior Murphy: You're Gonna Chase Your Love Away, non a caso un ricordo dei bei tempi del Kansas City, cantato con infinita tenerezza e voce ferma e Sicily, che accosta classicamente vita on the road e cuore infranto. Un disco da avvicinare come se fosse un libro: cinque sei pezzi alla volta e senza perdersi una parola.