Un pachiderma deforme e viscido, enorme nelle movenze slow ed articolato nei bui anfratti atmosferici, vocals al vetriolo tratte da un ipotetico mix di John Tardy e Toby Driver e la costante impressione di vedersi materializzare davanti agli occhi un mutilato senza stampelle che invano tenta di sorreggersi. E’ un grandeur disarmonico gradito per il piglio sperimentaloide e per la putrescente natura, quello degli Ehnahre, gruppo che vanta tra le proprie fila ex membri dei Kayo Dot. Cinque lunghe tracce, dove l’impro avant rock e strutture free jazz s’imbastardiscono con dosi massicce di death metal e sludge / doom marcissimo; quanto mai un amalgama inedita delle forme metalliche più avanguardiste, per l’occasione spogliate di qualsivoglia tecnicismo e votate interamente a flussi improvvisativi che, tra la pletora di vuoti sonori ed esplosioni mefistofeliche, erge parimenti soluzioni noise impreziosite dal pianoforte. Questi monoliti sludge neri come la pece, metallizzati a dovere e svuotati di ogni sentimento positivista, sono la ragione di un gruppo che sembra la versione death metal degli ultimi Orthodox. Promozione a pieni voti, quindi, per “The Man Closing Up”, quadro sonoro dalle tinte fosche e parto difficile di menti compositive eccelse. www.myspace.com/ehnahremetal