DIE MOULINETTES/Alfa Bravo Charlie Di tanto in tanto capita ancora di vederle ospiti di questo o di quel programma fatto a misura di cinquantenni arrivati e/o di inguaribili nostalgici del bel tempo che fu pronti a sfoderare di nuovo il loro sguardo più allupato non appena hanno l'opportunita di rivederle passeggiare elegantemente sulle note sempreverdi di "Dadaumpa". Ah il fascino irresistibile delle stangone tedesche che calavano a frotte sulla riviera romagnola a testare regolarmente la virilità dei vitelloni! Uno sguardo al testosterone, una granita di limone, due capriole sotto l'ombrellone e un'altra storia piccante da raccontare agli amici dei Bagni Da Cesarino o alle amiche di Dusseldorf, Colonia o Monaco... A quella belle époque fatta di gemelle Kessler e Don Lurii, di rotonde sul mare e irresistibili similzerozerosette si richiamano con quel tanto di saccenteria chic che possono permettersi i posteri le tre Die Moulinettes, che non saranno gemelle, ma tedesche sì e con quella stessa voglia matta di reinventarsi quei "favolosi" anni che i Pizzicato Five, e dopo di loro un'infinita di altri retrofuturisti pop, hanno diffuso in ogni angolo del mondo come il più frivolo e benigno dei virus influenzali. E quelle medesime qualità hanno le otto canzonette che Claudia Kaiser, Barbara Streidl e Kiki Wossack hanno riunito e moltiplicato per due in questo "Alfa Bravo Charlie", piccolo abbecedario della musica pop d'antan ad uso delle nuove generazioni e completo di esercizi di rinforzo a beneficio di quanti avessero bisogno di migliorare il loro orecchio per questo genere di sonorità: in coda agli otto titoli portanti della raccolta -tre dei quali cantati in italiano, giusto per rendere ancora piu verosimile la messinscena- sfilano infatti altrettanti remix curati fra gli altri da Sean O'Hagan degli High Llamas, Stereo Total, DjmeDjyou -progetto derivato dai formidabili Sukia- e Valvola: una sorta di disco nel disco, insomma, che tuttavia riesce brillantemente a differenziarsi dal primo proprio grazie alla grande varieta -e creatività- delle firme coinvolte in tale allestimento. Da segnalare sugli altri almeno un paio di titoli: "Like A Rubik Cube", perché ha la melodia più fresca e sbarazzina di tutto il lotto e perché in altri momenti anche il sottoscritto s'è fatto prendere dalla febbre per quel colorato e complicatissimo rompicapo, e "Deep Down", pescato dall'infinito repertorio cinematografico di Ennio Morricone -faceva parte della colonna sonora di "Danger Diabolique"-, giusto perché dopo averlo risentito per tre volte lungo il medesimo programma è difficile liberarsene.