DELAYS FADED SEASIDE E’ incredibile come Rough Trade stia tornando ad essere, un po’ sulla scia del periodo Smiths, una label pop per eccellenza. Fa piacere che Geoff Travis e soci si siano scrollati di dosso la scimmia Strokes (che, per carità, avrà anche reso ma ha stufato), e ora cerchino di lanciare prodotti melodici anche fuori trend ma dal valore incredibile. Non bastava far tornare in pista i Belle & Sebastian, a loro si sono uniti band nuove come Veils, Sufjan Stevens (ottimo autore a stelle e strisce), Hidden Camera e ora questi super Delays. Parlavo prima, appunto, di musica un po’ “fuori moda”. E’ innegabile, infatti, che il top del momento, rappresentato dai Franz Ferdinand, faccia propendere verso un incrocio musicale ‘80s movimentato e trasversale. Benissimo se i Ferdinand rappresentano il gruppo dell’anno (vi metto già nero su bianco che saranno alla testa della mia playlist di fine anno), bisogna pur dire che con i Delays, almeno a livello di riferimenti sonori temporali, non adiamo molto lontano. La band di Southampton, in effetti, pesca sicuramente nel ventennio passato, ma lo fa con una grazia e una maestria decisamente uniche. Parlo di grazia, proprio per effetto del mood etereo che pervade questo Faded Seaside Glamour. Parto subito col dirvi che al canto troviamo una delicata donzella dalla voce soave e in falsetto, che risponde al nome di Greg Gilbert. Per darvi un’idea sul suo timbro sonoro pensate a Liz Fraser dei Cocteau Twins, mentre musicalmente la sua band non è lontana dal quel sound etereo che caratterizzò gli stessi Cocteau, appunto, o Slowdive, Thieves, Geneva e simili. Questo a livello di base, anche perché la formazione inglese ama puntare alla melodia perfetta (non per niente sono dei grandi estimatori dei La’s, una delle band pop più cristalline di tutti i tempi). Partendo da queste basi, i Delays hanno costruito un album formato da 12 episodi che incantano. Brani come Wanderlust, Long Time Coming e Bedroom Scene sono vere e proprie immersioni in un mondo musicale fatto di riverberi delicati, chitarre frizzantine e innesti agro-dolci. Man mano che si procede nell’ascolto emerge un crescendo variegato di soluzioni musicali. C’è l’incipit tipicamente Stone Roses di Hey Girl, oppure il degradare colorato di riff caratterizzati da richiami uggiosi stile Radiohead / Coldplay / Jeff Buckley (vedi There’s Water Here e Satellites Lost). In definitiva possiamo ben dire che Faded Seaside Glamour è veramente un disco pop superlativo, uno di quegli hit minori che tanto hanno entusiasmato e fatto sognare ad occhi aperti tutti noi amanti della musica d’autore con la A maiuscola. www.thedelays.co.uk