In casa di Darren Barret - inglese di Manchester ma emigrato definitivamente in Canada col padre giamaicano che da meccanico e musicista part-time riuscì a rendere musicisti professionisti a tempo pieno i suoi cinque figli – non mancò mai ogni genere di musica. Ma ciò che spinse il giovane Darren a sceglier definitivamente la tromba come strumento elettivo fu un memorabile “Round About Midnight” interpretato da Miles Davis. Anche se, in seguito, durante l’anno trascorso a Toronto per lo Humber College Jazz Program, egli avrebbe ammesso l’influenza decisiva che su di lui aveva avuto un modello di “trombettista assoluto” quale Clifford Brown. Ma sarebbero stati infine i quattro anni trascorsi al Berklee College di Boston (dal 1996 al 1990, l’anno del diploma) che gli avrebbero fatti incontrare quegli speciali compagni di scuola che furono per lui Mark Turner e Roy Hargrove, in un’atmosfera che Barrett ricorda “assolutamente unica per chi volesse imparare a suonare ai più alti livelli possibili”. Dopo questo, e dopo il diploma in Jazz perfomance del ’93, l’incontro che avrebbe davvero deciso del suo avvenire fu quello con Donald Byrd il quale, in due anni assai fruttuosi, gli avrebbe dato – citiamo sempre Darren – “ il più eccelso genere di istruzione che uno studente possa ricevere per quel che riguarda la musica e la vita”. Perciò, quando al New England Conservatory si aprirono i corsi del “Thelonoius Monk Institute” tra gli studenti del primo anno non poteva mancare Barret che, dopo avere studiato con Wynton Marsalis e con Clark Terry e dopo essere stato il sideman di Herbie Hancok e Wayne Shorter, non perse l’occasione di vincere, era il 1997, un primo posto assoluto alla Th. Monk International Jazz Competition. Un successo di tutto rispetto, considerato il fatto che tra i giudici che lo premiarono sedevano Art Farmer, John Faddis, Randy Brecker, Arturo Sandoval e Clark Terry. Oggi, a quanti gli chiedano che cosa abbia in vista per il futuro, Darren Barrett non manca di precisare di avere in merito due programmi. Uno a breve e l’altro a lungo termine. Quello a breve termine prevede la voglia e l’impegno giusti per poter suonare al massimo delle sue attuali possibilità. Quanto al programma più lontano Derren precisa che ci sta già lavorando. Anzitutto, allo scopo di farsi incontro alla gente ai più alti livelli, come compositore, interprete e bandleader. E infine, per portare il jazz e la sua tromba, nel ventunesimo secolo, al massimo dell’esplorazione e della creatività. Perfino utilizzando i computer negli spettacoli live e tutto quello che un giorno possa far sì che qualcuno sentendo in una diskery uno dei suoi best seller possa dire a un amico: “Hey, ascolta, questa è la voce di Darren!”. www.darrenbarrett.com