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ALI SLIMANI

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ABDEL ALI SLIMANI "Mraya" Ali, conosciuto come DJ di musica Raï nel mondo, colpì il pubblico a Londra ancor prima di diventare per cinque anni la prima voce degli gli Invaders of the Heart di Jah Wobble. Ha prodotto per la Real World un album che vanta il marchio di Wobble con la presenza del basso che guida i brani musicali, rimanendo comunque fedele alle origini della musica araba. Anche Sinead O'Connor non poté resistere a un duetto insieme ad Ali cantando in arabo la canzone che porta il titolo dell'album Mraya: una miscela di antico e moderno. Come il suo cantante preferito, Khaled, non fumatore e contrario alle bevande alcoliche, Ali Slimani ha dato vita ad un'interpretazione della musica Rai che va al di là dei confini e del pubblico. L'album non solo riflette le esperienze formative del cantante dell'Africa del nord, come componente del gruppo Invaders of the Heart; permette anche ad Ali di guardasi dentro ed esaminare le influenze che lo hanno portato così lontano nel suo viaggio musicale. Sorgente di energia cinetica araba, Ali è stato uno dei principali musicisti della scena algerina a Londra per circa 7 anni. E' stato inoltre il primo a portare al pubblico inglese, la musica ribelle pop dei giovani algerini, chiamata Raï. Ali è nato nel maggio del 1962 a Ruisseau, una piccola città dell'Algeria: "gente cordiale - dice - con una tipica e simpatica immodestia". Le sue prime esibizioni musicali si svolsero allo stadio: "Qualche volta andavo a vedere le partite con i miei amici ed incominciavo a suonare. Era magnifico, soprattutto se la nostra squadra vinceva". A casa, la musica rispecchiava una varietà tra tradizionale ed occidentale. "Chaabi, musica di vecchio stile. Il Raï ancora non c'era. A volte in TV vedevo concerti di Bob Marley, Michael Jackson o grandi band africane. Non era come in Inghilterra, dove ascolti Elvis, Jacques Brel. Julio Iglesias era molto popolare". A sedici anni, un amico invitò Ali a un tipico spettacolo musicale sotto un tendone, un luogo anonimo adatto alla musica 'antisociale' e ribelle Raï. Questa prima esperienza fu molto formativa anche perché quella sera suonava uno dei musicisti Raï più famosi: Cheb Kaled. "In realtà non era conosciuto al di fuori di questo circuito di cabaret. Suonava la fisarmonica: per me fu come un colpo di pistola. Boom! Totalmente differente da tutto ciò che avevo ascoltato fino ad allora. La gente fumava, beveva, ballava la danza del ventre. E la sua voce era fantastica". "Cantava canzoni d'amore, riguardanti problemi in famiglia. Ricordo in particolare una canzone quando tutti erano ubriachi: "Dammene ancora un altro, ancora un altro, ancora un altro - rivolgendosi al barman. Era veramente ribelle"! Ali, giovane pieno di vitalità, incominciò a suonare le percussioni alle feste matrimoniali. A 18 anni, Ali si ritrovò casualmente ad Oran, capitale non ufficiale della nuova musica giovanile: questo incoraggiò Ali a diventare un musicista. Ma le opportunità erano limitate. Decidendo di cercare fortuna in Europa, Ali si recò a Parigi nei primi anni '80 e vi stette per qualche anno, gradendo la miscela culturale della Barbesse. Un giorno, mentre suonava con la sua chitarra "Mraya" - la canzone che dà il titolo al suo album e nello stesso tempo la sua preferita - fuori dalla Basilica del Sacro Cuore incontrò una ragazza inglese che gli suggerì di andare in Inghilterra. "Là la vita fu molto difficile: che cosa avrei fatto? Non conoscevo la lingua ed a Piccadilly non vi era alcun algerino: passarono diversi anni prima di incontrarne qualcuno". Ali si sposò con una inglese e nel frattempo continuò a collezionare pezzi di musica Raï, inviatigli dall'Algeria. "Vivendo a Londra conobbi anche la musica reggae". Gli algerini incominciarono ad invitare Ali a suonare alle feste di matrimonio e pian piano si sparse la voce di un DJ algerino che aveva della stoffa! Dopo aver contaminato tutti i night club di Londra con le sue melodie, Ali fu invitato nel 1989 come DJ all'Empire Leicester Square in occasione del fenomenale debutto del leggendario musicista Raï Chaba Fadela e Cheb Sahraoui. Disse ai suoi amici: "Questa è la mia migliore occasione. Ho bisogno di farlo bene, o tutto finirà. Mi sono esercitato un'intera settimana". Lo spettacolo fu sensazionale ed Ali come DJ mix di Raï, fu lo spartiacque per tutti gli algerini ma anche per gli stupefatti londinesi. "Non ero un musicista vero e proprio, ma almeno ero qualcosa. Poi mi chiamò David Jaymes". Il manager di Jah Wobble gli inviò il disco degli Invaders, Without Judgement. "Fui molto sorpreso. Non era il mio genere di musica e pensai 'Dio mio, non posso con questo'. Il Raï è molto freddo. Questo era diverso: il basso faceva doo-doo-doo, la chitarra grrrrooaar! Mia moglie mi dovette spiegare qualcosa riguardo alla musica qui! Così decisi di provare". Quando Ali incontrò Jah Wobble qualcosa scattò: "Era un tipo molto aperto e dopo aver preso in mano il darbouka ed incominciato a suonare, mi disse che ero perfetto. Gli risposi che non ero un musicista professionista, ma che volevo imparare il mestiere, e dopo solo due settimane ebbi il mio primo tour in Canada. Wobble stava creando qualcosa di nuovo. Suonavo il darbouka con lui, cantavo, era molto rilassante e tutto ciò mi piaceva tantissimo". Un giorno Wobble mi disse: "Una volta non ero capace di suonare una nota. Se vuoi diventare un musicista, la devi imparare adesso. Ti darò un'idea: uno, due, tre, quattro...e poi salta, così prendi la nota". "Lavorai molto ed imparai. E' stato un grande maestro, mi ha sempre capito". Ali è diventato da quel momento un evangelista della dottrina multiculturale di Wobble riguardo la musica. "Due anni fa dissi che stavo per incidere un album in Francia: musicassette a buon prezzo. Wobble disse di non farlo, di aspettare il momento giusto, quando avrei avuto maggiori possibilità finanziarie". E così il momento giusto è arrivato. Cosa penserà la gente a casa? "E' un po' occidentale, ma mi piace. Per cinque anni sono stato con Wobble e mi sono abituato a questo bellissimo basso: non posso tornare indietro al vecchio stile algerino. Ed in Algeria non hanno mai ascoltato vibrazioni". Questa esperienza unica nel suo genere è stata prodotta da Wobble, Reynolds, Adams e mixato da Ferda ma con il qualitativo controllo di lui stesso. "E' importante non perdere il proprio stile". Spesso Wobble mi chiedeva se era un "buon lavoro". Allora perché Ali descrive questo album ad un principiante? "Se me lo chiedono, rispondo che è un grande album. Ma non giuro su questo; è un album familiare". Positivo. Senza problemi. Le idee politiche non ti portano lontano. Dici che ami l'Algeria, ed è tutto. "I miei occhi sono aperti: non fumo, non bevo, così guardo cosa sta succedendo". Note di qualche canzone: "Mraya": Ogni tanto guardi allo specchio e vedi tua madre o un tuo amico. E' come avere nostalgia di casa. Sinéad ed io eravamo un duetto per Wobble. La mia gente ascolterà Sinéad cantare in arabo: è bravissima. Poteva cantare in inglese, ma le piaceva la canzone. Ero contentissimo perché significava che l'album sarebbe stato interamente in arabo. "Anaguellile": Una favola di amore e di classe sociale: un affare tra un ragazzo povero ed una ragazza ricca. Divorata in un'ambigua versione. "Yasmin": dedicata a sua figlia, parla di un uomo che ritorna in Algeria ed ha nostalgia della figlia che ha abbandonato. "Habibti": parla di una ragazza algerina, la cui bellezza è aumentata con il passare degli anni per gli occhi degli osservatori, mentre si trovava all'estero. Gruppo composto da: Abdel Ali Slimani (voce); Sofiane Bachali (tastiere); Phil Dawson (chitarra); John Willis (basso); Patrice Le Moine (batteria); M'Barek Madi (percussioni); special guest: Delroy McLean (rapper).

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