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LAURA MVULA

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Ci sono voci che sono macchine del tempo: passato, presente e futuro si incrociano nella sua tonalità e nel suo modo di adattarsi alla musica. Ascoltando l'album di Laura Mvula è proprio questa la sensazione che si prova: uno sguardo indietro senza nostalgia e uno sguardo avanti senza scimmiottamenti. La cantautrice britannica si era fatta notare nel 2012 con l'ep She. Ma, musicalmente parlando, è parte attiva della scena da qualche tempo: nel 2005 faceva parte di un gruppo a cappella e nel 2006 ha fondato i Judyshouse. Sing to the Moon rappresenta il vero e proprio esordio discografico (licenziato il marzo scorso). C'è un forte background jazz e naturalmente gospel nelle sue composizioni, un sapore retrò (“Make me Lovely” e “Sing to the Moon“) che traspare dalla sua impostazione vocale e che assume un notevole interesse per lo sviluppo delle composizioni (fondamentale, anche per i controcanti, in “Is There Anybody Out There?“). Queste sono tutt'altro che derivative e “sguazzano” perfettamente fra strutture neosoul (la marcetta di “Flying Without You“)con un retrogusto pop (percepibile subito nell'apertura con “Like the Morning Drew” o nell'armonia di “She“) riscontrabile nell'immediatezza d'impatto e nel songwriting, semplice ma non banale. “Green Garden” è la perfetta miscellanea di queste atmosfere appena descritte e che mette in mostra anche la capacità dell'artista di lavorare anche sui ritmi.E lo stesso discorso vale per “That's Alright“. Ma il pezzo forte sono sicuramente le ballate che si cospargono di una certa solennità come si può udire in “Can't Live with the world” o nella ricercata intimità (pianistica) di “Father, Father“. Un'incantevole melodia. La sua voce si esalta naturalmente sopratutto quando il minimalismo dell'arrangiamento prende il sopravvento e l'affascinante “I Don't Know What The Weather Will Be” ne è la prova più evidente. Anche nella finale “Diamonds” si ripete quest processo ma arricchito da un'accentuata e voluta profondità. Laura Mvula è il perfetto esempio di come si possa unire fruibilità e qualità: la sua bravura è tutto nello sfruttamento della sua dote vocale senza lasciare ad essa l'unico motivo di apprezzamento. Composizioni easy-listening ma con sottostruttura più complesse di quanto possano apparire. Sing to the Moon è solo il primo mattone di quella che dovrebbe rivelarsi una grande carriera. www.lauramvula.com

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