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SAVIOURS

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Sporchi. Veloci. Senza compromessi. I Saviours alla prova del terzo album non si smentiscono. Dopo il dirompente Crucifire targato 2006 i ragazzi di Oakland erano riusciti alla ribalta con il successivo e notevolissimo Into Abaddon e, dopo un solo anno,eccoli qui con il nuovo Accelerated Living. A dirla tutta mi aveva sorpreso tanta celerità nel far uscire una nuova release,e in effetti lo stile del nuovo album non sembra distaccarsi molto dall'estetica dei lavori antecedenti, riesce invece a rimarcare ancora di più la loro spiccata attitudine thrash. I Saviours infatti sono portatori di una proposta musicale camaleontica nella sua staticità. Mi spiego. La band ha un sound potente e sporco,sempre molto tirato e totalmente repellente verso ballad o qualsivoglia nota in clean, ma questo rude mondo contiene al proprio interno un ecosistema molto vario e surrogato. Sono infatti presenti richiami più disparati, dal thrash bay area dei tempi che furono, lambendo il sudicio stoner e il fangoso sludge fino a toccare il rock di matrice anni 70. L'album inizia col botto, Acid Hand è una mazzata sui denti. Inquietanti feedback prendono forma dal nulla introducendo una ritmica alla Slayer di rara potenza, che preannuncia così il forte accostamento verso lidi thrash di Accelerated Living. Prova lampante i dissonanti assoli al fulmicotone da far invidia alla premiata ditta Hanneman/King presenti in gran parte del disco, come nella furiosa Slave To The Hex dove un riff che sembra uscito da Kill' Em All, ci fa sperare invano fino all'ultimo in un glorioso “Yeahhh”di antica memoria Hetfieldiana. Al contrario la voce del frontman Austin Barber emette i soliti urli sguaiati che,d opo un inizio un po' spiazzante, cadono a fagiolo nell'economia del pezzo. We Roam invece si addentra verso i canoni più classici della NWOBHM: armonizzazioni al bacio e assoli interminabili dalla gran carica melodica,che faranno da contraltare nel corso del platter alle scariche più genuinamente thrashy. Ma, neanche a dirlo, i brani più riusciti sono quei pochi che conservano ancora il lato più affascinante di Into Abaddon,ovvero le cavalcate stoner/doom dallo psichedelico gusto anni settanta, come il gioiellino Livin' In The Void e la più bluesy The Carnal Knowledge. Insomma,un leggero calo qualitativo rispetto al precedente full length che appariva più ispirato e soprattutto più affascinante a livello di songwriting. Forse la fretta è stata cattiva consigliera o semplicemente, da bravi animali da palcoscenico quali sono i Saviours, non stavano più nella pelle dalla voglia di calcare i palchi per un imminente tour a sostegno della nuova fatica. Accelerated Living, a scanso di equivoci, rimane pur sempre un lavoro divertente,sicuramente non originale (ma originale non era neanche Into Abaddon e ancor meno Crucifire), ma piacevole. 50 minuti di headbangin' sfrenato! www.myspace.com/saviours666 www.killforsaviours.blogspot.com

SAVIOURS è presentato in Italia da HARD STAFF

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