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EILEEN ROSE & THE LEGENDARY RICH GILBERT

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Alzi la mano chi non si è innamorato almeno una volta di una cantautrice. Da Emmylou Harris ad Aimee Mann, passando per Victoria Williams e Ruth Gerson, tutti, prima o poi, siamo caduti nella trappola del loro irresistibile fascino, che continuiamo a far finta che sia solo musicale. Come è capitato al protagonista del romanzo di Nick Hornby, “Alta Fedeltà”, anche noi abbiamo incontrato la nostra Marie La Salle, ce ne siamo invaghiti e, meno fortunati di Rob, ci siamo accontentati di conservare i suoi dischi in un posto particolare, forse lo stesso, un po' nascosto, dove una volta si nascondevano le lettere delle fidanzate. Dopo aver fatto breccia almeno nell'anima musicale dello stesso Hornby che, proprio nel suo recente “31 Canzoni”, ha inserito un brano di Eileen Rose, “Good Man”, tra le canzoni più belle del 2002, la cantautrice di Boston, con origini italo-irlandesi, potrebbe mietere altre “vittime”. Ma state attenti, è felicemente spostata con Set, il suo chitarrista che, guardacaso, di cognome fa Goodman. Ora, la brava cantautrice americana che da tempo ha trovato casa (discografica) in Inghilterra, dopo due ottimi dischi “Shine Like It Does” e “Long Shot Novena”, entrambi incensati dalla critica britannica, tanto che la prestigiosa rivista musicale Uncut ha inserito due canzoni di Eileen nelle sue compilation, presenta un terzo interessante lavoro. Per lei si sono sprecati i paragoni più azzardati, da Ani Di Franco a Lucinda Williams, da Sarah McLachlan a Natalie Imbruglia. Tanto basta per non capirci più nulla. La realtà è un po' diversa ed il suo approccio musicale trova radici semplici quanto ovvie: Bob Dylan, Tom Waits, Stevie Nicks, Marianne Faithfull. Insomma, Eileen Rose non è la nuova Fiona Apple ne, tanto meno, un'altra Alanis Morisette, come qualcuno avrebbe voluto, è semplicemente se stessa, con le sue influenze che continuano a guidarla ed una band corposa che si occupa di sostenerla quando serve. Ad aprire il disco con piglio rock ci pensa “Last New Year's Eve” trascinante e grintosa, ma passa solo un altro brano prima che arrivi “Stagger Home”, un'intensa ballatona springsteeniana, dove tutto sembra indovinato, dalla melodia all'uso degli strumenti. Per quanto siano piacevoli i momenti più introspettivi, dove il piano diventa dominante, a convincere sono però le canzoni come “Nothin But Blues”, nelle quali la propensione rock, almeno in questo album, sembra uno sfogo artistico necessario, quasi naturale. Ma incompiuto. Infatti l'album, e forse questo è il suo limite, viaggia dall'inizio alla fine a corrente alternata, tra acustico ed elettrico senza mai prendere una posizione definitiva. C'è troppo bilanciamento tra piano e chitarra, l'ago rimane sempre in mezzo e per quanto qualcuno potrebbe chiamarlo equilibrio, personalmente avrei preferito una scelta o quantomeno uno sbilanciamento in un senso. Quale lo avete già capito. E il fatto che Eileen Rose sia in tour in Italia con tanto di band è già un bel segnale. www.eileenrose.com http://www.facebook.com/eileen.rose.58

EILEEN ROSE & THE LEGENDARY RICH GILBERT è presentato in Italia da Pomodori Music

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