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HERMAN MEDRANO AND THE GROOVY MONKEYS

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#GNENTE - INTERVISTA AD HERMAN MEDRANO


Ci spiega il significato di un titolo come “#GNENTE”?
«#GNENTE per dare il senso del vuoto e del nulla, concetto difficile da rendere con una sola parola. Niente in tasca ma, ancora peggio, niente nella testa. È un po’ quel senso di scoramento che si prova alla vista di certe cose, quello che ti fa scuotere la testa allargando le braccia mentre stai dicendo “GNENTE”. Se vogliamo esagerare è il segno dei tempi!»

Perché l'hashtag davanti alla parola “gnente”?
«Il simbolo # sta ad indicare il numero degli elementi di un insieme. #GNENTE per indicare che non ci sono elementi. L’uso moderno del simbolo # associato alla peggiore delle situazioni, la mancanza di elementi.».

Di che cosa parla “#GNENTE”?
«Si potrebbe dire che questa volta abbiamo calcato la mano anche su concetti come l’invidia, l’ambizione e l’amicizia, spingendoci su temi quali il voyeurismo, la terza età, l’amore, ma anche la paura e il cibo. Abbiamo dipinto un quadro ironico, con i personaggi che incontriamo tutti i giorni. In ogni canzone il filo conduttore è il “gnente”, la mancanza di qualche cosa».

“#GNENTE” è un disco rap?
«Assolutamente sì, anche se non sulla scia del rap mainstream. La contaminazione musicale è totale, differenti generi accompagnano e si fondono con le parole. Abbiamo sperimentato moltissimo, è doveroso farlo non solo per chi ha una band, ma anche per chi canta sulle basi».

Perché canta in lingua veneta?
«Non potrei fare altrimenti, è la mia prima lingua, quella della mia quotidianità. È una lingua plastica e viva, adatta a rendere i miei concetti in modo meraviglioso, ricca di figure retoriche ed espressioni inesistenti nell’italiano. Una percentuale molto alta dei veneti parla veneto, e persino chi si stabilisce qui spesso impara prima questa lingua, credo sia quindi comprensibile dalla maggioranza».

Dopo un percorso solista, ora lavora con i Groovy Monkeys, questo album come si colloca nella sua discografia?
«Questo è il terzo album con i Groovy Monkeys, al sesto anno della loro attività. Per me è il decimo lavoro, il settimo in lingua veneta. Chi mi ha seguito in questo viaggio più che ventennale sa che il cambiamento è inevitabile, necessario sia per l’evoluzione personale che per la produzione artistica».

Ci racconta i due singoli e i rispettivi video?
«L’estate del 2015 è uscito Faghe un video, e già dal titolo si evince di cosa parla la canzone: il compulsivo uso dello smart phone per fare di ogni cosa un video ricordo, fino all’uso distorto e illegale. A dicembre abbiamo proposto Naltro Nadae, un pezzo da clima natalizio, per ricordare che quel periodo dell’anno, per come ce lo propongono, non piace proprio a tutti, nemmeno a chi davvero è credente».

Se dovesse scegliere dei versi di una canzone per sintetizzare questo lavoro quali sceglierebbe?
«Il ritornello di #GNENTE. “Gnente in scarsea, ma xe pexo gnente in testa, no resta gnente de gnente e gnente li ridesta” (trad. “Niente nelle tasche, ma è peggio niente nella testa, non resta niente da fare e niente più li farà risvegliare”)».

Ci presenta il concerto del MAME di venerdì 29 febbraio a Padova, che cosa ha in mente per questo live (e per i concerti futuri?)
«Gnente! (Ride, ndr). Scherzi al parte, al MAME proporremo moltissimi pezzi di questo nuovo album, senza dimenticare alcuni dei nostri classici. Abbiamo pensato un live che faccia muovere sia la testa che le braccia, quindi attenti alle birre in mano!».
. www.medrano.biz http://www.facebook.com/thegroovymonkeys

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