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CRUENTUS

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La formazione polacca dei Cruentus nata come act avanguardistico del filone black si è evoluta sino ad abbandonare quei lidi e dirigersi prepotentemente in direzione diversa. Il metal che adesso rappresenta il sestetto è un Math/Industrial che vede influenze evidenti dell'accoppiata Meshuggah e Fear Factory così come rimandi meno netti ai più giovani Textures e alle soluzioni catchy dei Rammstein. Riff spesso spezzati e tecnicamente robotici nell'impostazioni si vanno a congiungere all'interno di basi arricchite da incursioni di synth ficcanti ma non esagerati, le tracce si presentano prestanti e dure ma come frequentemente avviene anche nella formazione di Burton C. Bell & co non può assolutamente mancare il momento dedicato alle clean vocals che tentano di dar vita al ritornello di piglio che si stampa nella testa, in effetti c'è una delle canzoni che spicca per tale punto ed è l'opener "Contortion", altre purtroppo possiedono un'impronta similare ma non capace di attecchire, capita ad esempio nella successiva "Inhale Exhale" seppur l'approccio melodico in linea generale tenda ad esaltare la fruibilità di composizioni che non peccano di sicuro per esecuzione dato che è pressoché perfetta e meccanica. Stesso discorso vale per i synth, come accennato in antecedenza sono una parte presente e che a più riprese si evidenzia nel sound dei Cruentus, basta ascoltare la terza canzone "Disintegrate" e la quarta "Neuro City Agenda" per avere un quadro limpido sul come e quanto influiscano sul risultato finale che risulta avere una marcia in più. Avanzando episodio dopo episodio noterete però come le cartucce vadano a esaurirsi trovando scelte già sentite, citazionismi vari sempre inquadrati all'interno di schemi ben incassati e d'impatto, si arriva alla conclusione passando per capitoli quali "Terminal Code" probabilmente la più pesante e greve del lotto con atmosfere annerite annesse e "Dead End" altro pezzo macigno che nulla aggiungono o tolgono a quanto antecedentemente messo in mostra, piacevoli e in linea col progetto tralasciando gli attimi follemente sperimentali e totalmente strumentali di "Fractal Architecture Of The Stock Market2" e "Simsense Xp" che ad alcuni potranno risultare utili solo nel ruolo di riempitivi, ad altri delle piccole genialate per far recuperare l'ascoltatore prima dell'ennesimo assalto. Prodotto con la dovuta perizia e dotato di una prestazione ritmica del drummer Bart sopra le righe, "Terminal Code" è un disco ragionato che potrà far gola a chi segue le band tirate in causa all'inizio della recensione o formazioni quali Sybreed e Dagoba che s'innestano all'interno del filone industrial/groove. Se questa tipologia d'uscite risiede fra i vostri interessi, un passaggio nello stereo non negateglielo. www.myspace.com/cruentus01

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