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XTC

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XTC Andy Partridge amava ripetere che gli XTC non avrebbero mai abbandonato la Virgin. Meglio il contrario: era la Virgin che almeno per superstizione non li avrebbe lasciati andare "Siamo come i corvi sulla torre di Londra per la monarchia: se ce ne andiamo, tutto finirà". Non è andata così, i nuovi yuppies arrivati al posto di Richard Branson hanno preso la fionda e stanato dal tetto quei volatili che da quindici anni e più facevano il nido da quelle parti. Uno choc, anche perchè è parso subito chiaro che, per l'emergenza i già biblici tempi tra un disco XTC e l'altro andavano ad allargarsi. Ancora carestia, tempi sempre più duri per le migliaia di fans che attendono cose nuove dall'ormai remoto '92 (c'era ancora Frank Zappa, Oasis e Blur che suonavano alle feste di quartiere), quando Michael Owen andava alle medie, cioe da Nonsuch. Ora gli XTC sono alla Cooking Vinyl, una piccola effervescente indie che sembra fare al caso; anche in America sono fuggiti da una multinazionale, la Geffen, per approdare a una realtà più piccola ma autonoma, la TVT. Si son scrollati di dosso un po' di paturnie, hanno anche trovato tempo e voglia di curare con Neville Farmer un'autobiografia uffficiale (Songstories in Europa la pubbica Helter Skelter). Sembrano in forma e promettono che il '99 sarà il loro anno, qualcosa che i fans degli XTC non hanno mai visto, due dischi nuovi addirittura, "uno più orchestrale e pop all'inizio dell'anno, si chiamerà Apple Venus, ed uno più rock e diretto, un guitar album per la fine del secolo. Promettono. E' una vita che lo fanno. Ai tempi Virgin dicevano che era colpa dei discografici, loro avevano i cassetti pieni di idee e nastri e avrebbero volentieri pubblicato un disco ogni sei mesi. Ora non c'è più quella scusa ma due dischi in un anno li voglio proprio vedere, è una combinazione uscita una volta sola sulla ruota di Swindon (1980, l'anno di Black Sea e del 'solo' elettronico di Andy Partridge "The Lure Of Salvage"). E voglio vedere anche quell'altro progettino sussurrato se non proprio messo in cantiere, quell'antologia di demos e nastri casalinghi alla maniera di Scoop di Pete Townshend. Se davvero Partridge e Moulding apriranno le loro camerette ai detective della Cooking Vinyl, potrebbe venirne un box quintuplo o addirittura più grande. Si tengano pronti i compilatori di discografie, insomma comprino fogli nuovi da aggiungere. Nei prossimi mesi non dovrebbe manvare il lavoro. Ma intanto qualcosa c'è gia, una specie di acconto sul mirabilis '99. E' un cofanetto quadruplo di materiali BBC intitotato Transistor Blast e confezionato come il titolo suggerisce, in una scatola che ricorda le vecchie radio a transistor. E' il gradito ritorno di un classico, l'oggettistica XTC che alla storia dell'arte discografica ha già dato piccoli capolavori come il fossile impresso sulla copertina di Fossil Fuel, le cartoline a soffietto del '45 di This World's Over, le figurine nel teatrino in miniatura di No Thugs In Our House e mi limito a una scelta spiccia. Ma non è solo il vestitino Fransistor Blast è una piccola storia degli XTC dal vivo tanto più importante in quanto la band ha sempre disdegnato e sofferto le esibizioni dal vivo sino ad arrivare, dopo la celebre tournée anche italiana del 1982, all'embargo totale dei concerti. Un misto di timidezza, pigrizia e stage fright ma anche una collezione di (smemorabili) serate da incubo che avrebbero segato i nervi anche al più entusiasta e zen dei performers. Conservo con piacere l'ultimo tour program della storia XTC, che molto profeticamente chiudeva con un elenco di "Catastrophic Gigs And Why". Lì si può capire il lfastidio, l'antipatia se non il terrore autentico di Partridge e i suoi per tutto ciò che ha anche solo la minima attinenza con il live. C'è solo l'imbarazzo della scelta: un Christmas Party a Londra 1977, ''con risultati tipo Blue Cheer+Shaggs", un Bataclan '79 da bersagli mobili, alla mercè di mozziconi, sputi e lattine di birra" e, meglio di tutti un pizza-club a Brisbane, sempre '79, con le ordinazioni lanciate via microfono usando il sistema di amplificazione del palco. Non poteva mancare il Bel Paese in una simile collezione di orrori: il tour italiano della primavera 1978 venne sospeso per la morte di Aldo Moro e gli XTC si ritrovarono abbandonati dal promoter in Rivbiea senza un soldo in tasca in una colonia per anziani. Dato un tale simpatico incubo, le esibizioni BBC sono sempre state un dignitoso compromesso: un modo di suonare live ma non troppo, davanti a un pugno di addetti ai lavori o, se proprio, a un pubblico selezionato e composto. Questo spiega l'assiduità degli XTC alla radio inglese, dalla preistoria molto originale ad anni abbastanza recenti, se 'abbastanza recente' può essere il 1989, l'anno di Oranges And Lemons (in fondo era solo due dischi fà). Quindi vari "John Peel Show" e "David Jensen Show" e "Andy Kershaw Show" (non fatemeli nominare tutti) con tre-quattro pezzi incisi più o meno al volo, con minime sovraincisioni: ed esibizioni invece più compatte, quelle si assolutamente 'live' mini-show registrati al Paris Theatre di Londra per la benemerita serie "In Concert". Questo bellissimo patrimonio disperso negli archivi non era fino ad oggi sconosciuto agli appassionati. Lasciando perdere i bootlegs, negli anni scorsi erano usciti almeno due dischi della Windsong in tema: un Drums And Wireless con un'antologia di "Peel Sessions" e cose del genere, e un Live In Concert con lo show del 22 dicembre 1980, regalo di Natale per i fans ancora freschi del bacio di Black Sea. Questo cofanetto riprende quei materiali e aggiunge altro, anche se non proprio tutto: nove brani inediti da Peel e dintorni ed un montaggio di due 'In Concent 1978-79. I completisti si dispereranno i diffidenti storceranno il naso ma l'ibrido nasce da una precisa scena di Partridge e non da qualche furbizia o sciatteria. Lo show del 1978 annota l'amato Andy con la sua solita prosa scintillante - era opera di un gruppo molto sicuro di sé, che aveva ripulito a dovere i vari pezzi sera dopo sera per tutto l'anno precedente. Nel gennaio 1979 eravamo diventati un altro complesso. Dieci mesi di tournée non stop avevano lasciato il segno. Cominciavo ad avere problemi con Barry Andrews e accidenti se eravamo esauriti. Per questo ho usato solo tre pezzi di quello show.

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