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XAVIER CUGAT

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XAVIER CUGAT Prima del Latino Prima del Latino, prima di Ricky Martin, de "La Flaca" e di Enrique Iglesias, molto, molto tempo prima c' è stato lui: Xavier Cugat. Con i suoi baffetti da sparviero, le sue orchestre fantasiosamente vestite, le donne appariscenti, i cagnolini chihuahua, ha regalato a varie generazioni di ascoltatori e spettatori decine e decine di ritmi infallibili, di musiche accattivanti, senza trascurare nessun genere partorito tra il centro e il sud America, dal tango al samba, dal mambo al cha-cha-cha. Il suo vero nome era il più imponente Francisco de Asis Javier Cugat Mingall de Bru y Deulofeo, era nato l' 1 gennaio 1900 a Gerona, Spagna, e sarebbe morto, ormai ridotto un po' ad essere la caricatura di se stesso e ancora circondato dai suoi caratteristici cagnolini, il 27 ottobre 1990 a Barcellona. La sua famiglia emigrò a Cuba quando il piccolo Xavier aveva cinque anni. Studiò violino e suonò con l' Orchestra del Teatro Nacional dell' Havana. Tra il 1915 e il 1918 si trasferì a New York, dove assaggiò per la prima volta il gusto del successo con una band chiamata "The Gigolos", mentre impazzava la mania per il tango. Quando il tango passò di moda la band si sciolse e il giovane musicista cominciò una serie di lavori volanti come violinista. Ma non solo: andò a finire anche al Los Angeles Times come fumettista (le sue caricature sarebbero state stampate in seguito). Alla fine degli anni '20 con l' avvento del cinema muto, mise insieme un' altra band di tango che ebbe qualche successo nei primissimi filmati muicali brevi. Una decina di anni dopo cominciò invece ad apparire con la sua band in qualche film ormai dimenticato come "In Gay Madrid". Poi Cugat portò la sua orchestra a New York per aprire il nuovo hotel Waldorf Astoria, di cui divenne il gruppo stabile. Il suo successo era dovuto in eguale misura alla musica e alla sua abilità nel dare spettacolo, entrambe elaborate in tanti anni di carriera nei club: faceva vestire la band con giacche rosso fuoco e intratteneva il pubblico con vivaci filastrocche tra un flusso continuo di nuovi numeri e pezzi da ballo. Non avrebbe mai avuto rimpianti per i suoi inizi di violinista "serio"., né per i vari compromessi artistici che aveva dovuto accettare. "Preferisco suonare 'Chiquita Banana' e avere tanti soldi da farmi una piscina - diceva - piuttosto che suonare Bach e morire di fame". Con questa semplice filosofia, lavorò nel circuito di Los Angeles e New York regolarmente per i trenta anni successivi, alternando spettacoli dal vivo e alla radio con apparizioni cinematografiche. Nel 1940 incise la canzone "Perfidia" con il cantante Miguelito Valdes ed ebbe un enorme successo. Va detto che raramente i suoi dischi si piazzavano ai vertici delle hit parade. Ma era sempre il primo a non perdere una moda, sfornando canzoni e dischi rapidamente sull' onda del successo, di volta in volta, della conga, del mambo, del cha-cha-cha e addirittura del twist. Era un notorio, per così dire, estimatore di belle donne. Ebbe quattro mogli e piazzava sempre qualche ragazza di bella presenza nei suoi gruppi. Fu uno dei primi a fare lavorare Rita Hayworth, quando era una sconosciuta ballerina alle prime armi, e lei lo ringraziò facendolo apparire in uno dei suoi primi film "Non sei mai stata così bella" (1942). Nei dischi incisi per la Mercury negli anni '50 appare spesso la sua terza moglie, Abbe Lane. Una bomba sexy, bionda, curvilinea e dalle lunghe gambe, che poco dopo avrebbe fatto sognare migliaia di italiani incollati ai primi apparecchi televisivi. "Sor' Abbe" la chiamava Raimondo Vianello, mentre qualcun altro preferiva il più esplicito "Abbe a'bbona". A metà degli anni '60 prese sotto la sua ala un' altra bionda (aiutata dalla tintura): il risultato fu Charo che veniva presentata come folk singer e appariva in scena con pantacollant di lamé d'oro e tacchi spillo. I suoi lavori degli anni '60 sono comunque molto interessanti e di gradevole ascoltossivi. Gli album Mercury dell" inizio del decennio esibiscono audaci arrangiamenti concepiti per il suono stereofonico. Tra i titoli "Cugie's Cocktail", d' obbligo per il vostro prossimo lounge party, con tutti i brani ispirati a qualche bevanda famosa ('Manhattan', 'Cuba Libre', 'Creme de Menthe'). A metà degli anni '60 passò alla Decca e cominciò a sfornare una serie di dischi a metà tra la disco e il soul Latino. Varese Saraband ha pubblicato una compilation nel 1997 "Cugie a-Go-Go". Probabilmente è il musicista che ha influenzato maggiormente la trasfusione di musica latina nel pop americano negli anni '40 e '50. Sicuramente Desi Arnaz e Perez Prado hanno seguito le sue orme. E se la sua estetica e il suo stile di vita non sono sempre stati raffinatissimi, bisogna riconoscergli, quanto meno, una grande longevità artistica e la capacità di stare sulla scena e in sintonia con i gusti del pubblico per decenni.

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