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MAURIZIO VANDELLI

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Nelle campagne del Modenese nasce un “TOT” di anni fa un bambino biondo e ricciolino di nome Maurizio. A quei tempi non c’erano le foto a colori, le cineprese, la televisione, i computer! Non c’era nemmeno Internet, ma si viveva benino, con ancora nelle orecchie i rumori della guerra appena finita e tanta, tantissima campagna intorno, perché’ le città’, dove si stava prima, le dovevano rimettere tutte a posto per colpa di quelle cose che chiamavano bombe, che venivano giù’ dagli aerei e con un rumore quasi uguale al tuono ci avevano rotto anche la nostra casa. Quando, dopo un po’, la casa fu quasi a posto, i miei genitori mi portarono per la prima volta al mare. Mi ricordo che io ero abbastanza arrabbiato perché’ c’era quella sabbia dappertutto, l’acqua era salatissima e il sole mi scottava le spalle, ma loro invece erano emozionatissimi di stare a dormire con me in quella camera dell’albergo Italia a Bellaria. Continuavano a spiegarmi che lì c’erano già stati nove mesi prima che nascessi io e che, in qualche maniera, io ero nato anche lì in quel posto, e poi dopo in campagna dove ero nato davvero! Boh! Cose da grandi! Io ‘sta cosa non la capivo tanto, ma ero felice perché vedevo che mamma e papà si volevano molto bene, giocavano sempre con me e allora anch’io volevo molto bene a loro! 3annie4mesi A 3 anni a Bellaria Al mare mi portarono tutti gli anni in Luglio o Agosto, non in quella camera dove ero stato inventato, ma a Torre Pedrera, sempre vicino a Rimini, dove i miei genitori avevano affittato una casetta per un po’ di tempo! Un’estate conobbi una bambina dolcissima, aveva un problema: parlava con le vocali tutte aperte e al posto della “S” ci metteva la “Z”… insomma non parlava come noi a Modena e diceva di essere di Roma, una città molto lontana da dove vivevo io! 1amore Con Stefania a Torre Pedrera Mi stava un po’ troppo addosso anche quando volevo giocare con i miei amici della spiaggia, ma col tempo mi trovai bene anche con lei e quando partì io piansi! Mentre al mare stavamo insieme ero dimagrito poi d’inverno a scuola ero ingrassato un po’ ma la pensavo sempre! Non la rividi mai più! Mi ricordo ancora come si chiamava: Stefania! Credo che quello fu il mio primo amore! A dire il vero, il mare cominciava a diventare un appuntamento molto atteso! Ogni anno che passava, il moscone (solo in Romagna si chiama così il pattino!) c’era sempre, ma serviva più per mettersi in mostra o portare sulle onde qualche ragazzina, che per farci le foto sopra quando era fermo sulla sabbia. pattino In “moscone” Crescevo, mi facevo nuovi amici, la musica che usciva dai juke-box nei bar, dagli altoparlanti della spiaggia e dalle radioline sotto gli ombrelloni condizionava il mio umore e provocava in me strane e diverse sensazioni forti ed inspiegabili. Verso sera, dove c’era un gruppetto riunito attorno ad una chitarra a cantare in riva al mare o su qualche panchina, lì c’ero anch’io! Cominciavo a strimpellare tutto ciò che “suonava”, anche la batteria di un mio amico era vittima della mia passione e bastavano un paio di scope in più per farmi inventare un gruppo musicale. . batteria Scope e batteria ..E fu sempre l’Estate che mi vide iniziare a suonare e cantare in pubblico timidamente seminascosto dalla, allora enorme, mole del buon Victor. A Modena, d’Inverno alla sera, dopo la scuola e spesso al posto di studiare, preparavamo un repertorio di canzoni che ci avrebbe permesso di andare a “lavorare” Luglio ed Agosto sulla costa Romagnola-Marchigiana. Più che altro tiravamo a farci le vacanze gratis, spesso un po’ alla fame, ma su un bel palco a fare musica. L’atmosfera, gli applausi, le ragazze sedute sotto che guardavano e partecipavano (poi magari dopo succedeva qualcosa di più in spiaggia sotto la luna) ci appagavano, del resto i Signori Gestori ci davano da dormire, da mangiare poco ma gratis, più… tre o quattromila lire a testa… beh! Non era poi così brutta quella storia! Si sarebbe potuto fare anche successo, un disco, magari anche soldi a palate! Sì, si poteva tentare! Così decisi di lasciare gli studi e per forza di cose anche un po’ la mia famiglia che continuava a regalarmi sorrisi con gli occhi lucidi, per una vita di alti e bassi, partenze e ritorni, glorie e disonori. Mi risuonavano ancora nelle orecchie le parole di quella professoressa di tedesco che avendo saputo che io facevo parte di una “Band” un giorno a scuola disse davanti a tutti: “Sappiate che per me i musicisti sono tutti sporchi e drogati!” Insomma… magari un po’ sporco lo ero (non c’era nelle pensionacce dove dormivamo un bagno comodo per lavarsi come quello di casa mia), ma drogati… cosa cacchio era la droga? E così incidemmo anche il primo disco ma nel frattempo avevamo preso un impegno di tre mesi in Spagna, la nostra prima esperienza all’Estero, per cui, appena finite le incisioni, partimmo. spagna A Madrid Fu quando tornammo da Madrid che…. Due persone e una limousine ci aspettavano all’aeroporto di Linate per portarci al Vigorelli dove, ci avevano informato confusamente, doveva esserci una specie di festicciola con altri musicisti. C’era nell’aria qualcosa di strano, strani ammiccamenti e sorrisini dei due accompagnatori, vaghe risposte alle nostre domande, e poi perché quella limousine? La cosa era sospetta! La macchinona nera attraversava lentamente le vie di Milano in direzione “Fiera”, fuori dai vetri un po’ scuri tutto mi sembrava uguale a quando ero partito, la gente in Corso Buenos Aires a fare shopping, il Duomo era ancora lì… e i due continuavano a stare zitti… assomigliava più ad un sequestro che ad un trasporto musicisti! Noi eravamo elegantissimi, vestiti su misura da un certo Pedro Munoz, sarto nella Gran Via della capitale Spagnola, del resto dovevamo andare ad una festa, piccola o grande che fosse! Da corso Sempione girammo finalmente verso il Velodromo e… da davanti ai cancelli, improvvisamente, centinaia di ragazzine si spostarono e si misero a correre verso la nostra macchina, fanno sempre così quando arrivano macchinoni, lo avevo visto anche nel film dei Beatles! In una frazione di secondo pensai che ci doveva essere qualcuno di davvero famoso in quella festa e che tutte quelle piccole meraviglie scatenate credevano che la nostra auto trasportasse un personaggio importante! odorediEquipe WOW! Entrai come in un sogno da lì a poco! Stavano gridando i nostri nomi…. dalla mia parte del finestrino, schiacciate contro il vetro gridavano “Maurizio” con frequenze altissime, laceranti e piangevano anche! I due si sbloccarono dal silenzio e ci rivelarono che mentre eravamo via, qui in Italia il disco era “scoppiato” e che eravamo popolarissimi,….famosi! La polizia ci scortò all’interno proprio sotto il palco. Li sull’erba, mentre salivo i gradini per il sound-check, potevo scorgere molti dei miei idoli (artisti Italiani) che, mentre aspettavano di provare gli strumenti, ci guardavano con ammirazione e quando cominciammo a provare si scambiarono ampi gesti di approvazione e compiacimento ! Non era possibile! Avevo il terrore di essere svegliato! Scese pian piano la sera e un urlo, il più grande, gigantesco, fragoroso, che mai avevo sentito prima, scoppiò quando un presentatore sul palco gridò: “Signore e Signori……. L’Equipe 84!” http://www.vandelli.com https://www.facebook.com/maurizio.vandelli https://twitter.com/mau_vandelli

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