Krano mancava dal 2016, anno in cui debuttò con Requiescat in Plavem, uno degli album italiani più interessanti di quella stagione. Marco Spigariol (già tra le fila dei Movie Star Junkies e Vermillion Sands) torna con Lentius Profundius Suavius (ovvero quello che era il motto di Alexander Langer), un album in grado di ricreare le stesse atmosfere da provincia veneta del predecessore ma allo stesso tempo capace di scavare ancora maggiormente tra gli strati interiori lungo dieci tracce che rimarcano l’unicità di una proposta che rimescola il folk più viscerale con il blues, l’honky tonk e un approccio al microfono sgangherato, svogliato, strascicato che ben si sposa alla scelta linguistica del dialetto e che trasforma melodie in mantra narco-psichedelici.