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JAYA

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Jaya (Music for Meditations) La musica colta del subcontinente indiano ci permette di entrare in contatto con la saggezza di una cultura millenaria, facendoci respirare la sacralità dei templi indu in ogni gesto, in ogni suono. Il tempo non ha misura, il pensiero non ha forma, lo spazio non ha confini, le percezioni si espandono e si fondono fino a divenire tutt'uno con l'universo. I componenti del gruppo Jaya si sono formati sul campo attraverso più corsi di studio e approfondimento in India. Hanno perfezionato le loro conoscenze presso l'Istituto Interculturale di Musica Comparata di Venezia e presso il Conservatorio di Vicenza, dove è stato costituito un corso triennale sperimentale di musica indiana. La musica Indiana ci offre, con la sua antica saggezza, un mezzo diretto per entrare in stretto contatto con la nostra essenza. Ascoltando le sue note entriamo in un tempio dove la sacralità ci avvolge in ogni respiro, in ogni gesto, in ogni suono. Lì, dove il tempo non ha misura, dove il pensiero non ha forma, dove lo spazio non ha confini, le nostre percezioni si espandono e si fondono fino a divenire tutt'uno con l'universo. Il gruppo Jaya propone dal vivo l'antico patrimonio musicale dell'affascinante Subcontinente Indiano. Il programma prevede canti e musiche tradizionali di generi ed epoche diverse: Sloka: frasi musicali tratte dagli antichi Veda, in lingua Sanskrita, che descrivono varie divinità del Pantheon Indù. Tradizionalmente eseguiti all'inizio del programma si articolano su poche note e inducono la mente ad uno stato di quiete. Dhrupad: parola sanscrita che significa "verso fisso"; questo genere, nato nei templi intorno al 1400 e successivamente portato all'interno delle corti, ha una struttura ben definita ed è caratterizzato dall' Alap (discorso) un preludio improvvisato secondo i canoni della tradizione, senza accompagnamento ritmico che introduce il tema del raga; si sviluppa poi con una composizione poetico-melodica di carattere devozionale chiamata Vistar seguita da improvvisazioni ritmiche sul tema della composizione chiamate Layakari. Khyal: parola hurdu che significa "immaginazione, fantasia"; fiorito nelle corti quando ormai il Dhrupad si stava lentamente esaurendo, è un genere che si basa sull'improvvisazione e sul virtuosismo, ha un breve Alap e le composizioni sono brevi testi romantici in cui viene descritto il sentimento d'amore per il divino, per lo più rappresentato dalla coppia di Radha e Krisna, che si confonde, nei suoi molteplici aspetti, con le sfumature dell'amore umano. Bhajan: genere devozionale rappresentativo della Bhakti (devozione), un movimento sorto in India all'inizio del secondo millennio quando la classe sacerdotale brahminica perse ulteriormente potere e il devoto diresse direttamente le sue preghiere all'Entità Suprema. Può essere eseguito da congregazioni o da solisti che li rendono nella forma classica. Line up: Narah: canto e tampura Alessandro Coccia: bansuri Bebo Baldan: ghatham Riccardo Misto: sarod e rebab www.tantratribe.com

JAYA è presentato in Italia da Alma Music Project

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