Non c’è dubbio che la gestazione del quarto album di Grimes, Art Angels, sia stata alquanto complicata. Verso fine dell’estate del 2014 usciva Go, un brano dalle evidenti sonorità EDM e radio friendly scritto in origine per Rihanna e rifiutato da quest’ultima. La canzone ha deluso talmente i fan storici da garantire all’artista (basta dare un’occhiata al suo canale Youtube) una valanga di insulti corredati da disapprovazione generale e dalla proverbiale accusa di essersi venduta. Di lì a poco, parliamo di metà settembre, in una intervista al New York Times Grimes comunicava di aver cestinato il nuovo album, lasciando nelle teste di molti la balzana idea che la post-blog star avesse ceduto al pressing di un trollaggio asfissiante, e che il suo personaggio si sarebbe presto sgonfiato con l’arrivo del nuovo disco.
In verità, Grimes è una persona tutt’altro che insicura; piuttosto il suo problema principale è sembrato, fin dall’inizio, quello di gestire e filtrare la massa di stimoli che la solleticano e la divertono. Così ha fatto le cose con calma e in relativo silenzio: ha infilato una canzone di Natale con il fratellastro, suonato un chiacchieratissimo set per Boiler Room, pubblicato il singolo Realiti e una nuova collaborazione con Bleachers, pubblicato la copertina per il comic book The Wicked And The Divine e fondato la Eerie Organization, realtà nata per aiutare gli artisti emergenti.
Anticipato da alcune oculate interviste, Art Angels è stato annunciato a sole tre settimane dalla sua uscita ufficiale. Nel nuovo disco Claire Boucher cambia e punta ancora più in alto, in termini di sartorialità della formula musicale e concept alla base dell’opera, risultando ancor più libera nello