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ENTHRONED

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ENTHRONED Xes Haereticum E Finalmente sono tornati anche gli Enthroned. La band belga era assente ormai da oltre due anni e durante questo lungo periodo non ha mancato di rifarsi il lifting, rimescolando un po'le carte in tavola soprattutto per ciò che riguarda la line up : fuori Alsvid (mi auguro non per motivi "tecnici", vista la sua eccellente prestazione nel precedente lavoro), rimpiazzato dietro le pelli da Glaurung e aggiunto un nuovo chitarrista, Nguaroth, già all'opera con i blackers belgi Aguynguerran. gDa un punto di vista più strettamente musicale Xes Haereticum vede un parziale ritorno alle melodie che avevano caratterizzato i primi eccelsi lavori della band, senza comunque stemperare troppo quel monumentale assalto black-thrash che tanto era piaciuto su Carnage in Worlds Beyond. aPunto fermo fondamentale nel corso degli anni, resta la voce di Sabathan, che per il sottoscritto resta una delle migliori voci di sempre in campo black, dotato di una timbrica personalissima che lo rende unico nel suo genere. In Xes Haereticum, poi, abbiamo addirittura la possibilità di ascoltarlo mentre si cimenta (per un tempo molto breve, ovviamente) nelle clean vocals durante Seven Plagues Seven Wrath. nCome dicevo, le coordinate stilistiche del nuovo disco affondano le radici in Towards the Skullthrone of Satan per quanto riguarda alcuni, sporadici, inserti di tastiera, in Prophecies of Pagan Fire per il riffing più melodico e in The Apocalypse Manifesto e Carnage in Worlds Beyond per ciò che concerne le parti più furiose e brutali. In un certo senso è come se Xes Haereticum fosse un best of degli Enthroned, tanto sono presenti gli echi dei precedenti lavori, ma la questione, posta in questo modo, rende davvero poca giustizia all'album. lBrani come l'opener Crimson Legions, Vortex of Confusion e Night Stalker si presentano, infatti, già come dei potenziali nuovi cavalli di battaglia della band ma è tutto il disco a viaggiare su standard qualitativi di assoluta eccellenza, a dimostrazione che : N1) Armoured Bestial Hell ha rappresentato solo un piccolo incidente di percorso e 2) gli Enthroned hanno ormai raggiunto un tale livello di maturità che gli consente di scrivere pezzi che si portano dietro il cosiddetto "marchio di fabbrica" senza mai cadere nella trappola dell'autoreferenzialità. aTra terrificanti bordate black e fulminei assoli di matrice thrash teutonica, i nostri demoni belgi recitano a memoria l'abc del perfetto disco black del nuovo millennio, senza dover ricorrere ad espedienti futuristi, eccezion fatta per la sperimentale A.m.s.g. che, tutto sommato, resta l'episodio meno riuscito e decisamente trascurabile coi suoi tre minuti strumentali vagamente industrial che la fanno assomigliare più al solito banale outro che non ad un intermezzo. dNulla di preoccupante perché già dalla successiva Daemon's Claw Nornagest e compagni ricominciano a pestare come degli ossessi arricchendo l'assalto con delle melodie nere come la pece, fino a completare il carnaio con Hellgium Messiah, uno di quei pezzi degli Enthroned, come Evil Church, che finisci per canticchiare involontariamente quando meno te lo aspetti a causa di quel refrain semplice e quasi catchy (sempre nei limiti del possibile). sDopo il nuovo disco degli Tsjuder, un altro segnale forte : la vecchia scuola black è ben lontana dall'essere morta, almeno per quanto riguarda i leader della scena. www.enthroned-horde.com

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