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BARBARISMS

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“Zugwang”, titolo del nuovo disco dei Barbarisms, è una parola tedesca (in italiano ‘obbligato a muovere’), utilizzata nel gioco degli scacchi per indicare una situazione nella quale il giocatore, qualsiasi mossa faccia, è costretto a subire lo scacco matto oppure una perdita.
L'album descrive un periodo della vita del cantante e compositore del gruppo, l’americano Nicholas Faraone, iniziato subito dopo un tour dei Barbarisms in Italia.
Mentre i compagni di avventura Tom Skantze (chitarra) e Robin Af Ekenstam (batteria) erano tornati a Stoccolma, Faraone continuava a viaggiare, trascorrendo le giornate in treno e le notti in alberghi economici.
Aveva smesso di leggere, scrivere, suonare, riuscendo ad alleviare i dolori di cuore e le continue emicranie studiando il gioco degli scacchi e sfogliando le riviste di gossip lasciate sui sedili dei treni. In quei giorni il cantautore sentiva forte l’impressione di aver finalmente lasciato Stoccolma, la città ‘straniera’ chiamata casa negli ultimi 9 anni.
Nel momento in cui anche gli hotel più economici iniziarono a diventare troppo costosi Faraone accettò l’invito di visitare per la prima volta il Canada per esibirsi in alcuni concerti solisti.
Alla fine però uno scambio di messaggi criptici con l’artista Jan Håfström riportò il cantautore in Svezia convincendolo a riprendere a scrivere. L’improbabile amicizia tra Faraone e Håfström è nata quando l’81enne artista svedese disegnò la copertina di “West In The Head” album pubblicato dai Barbarisms nel 2018. Così, dopo un anno passato a girare il mondo, Faraone è atterrato nella fattoria di Håfström un enorme fienile convertito in uno studio d'arte situato ad un paio d'ore da Stoccolma. Circondato da nuove opere , Faraone si è ritrovato nuovamente a scrivere prendendo ispirazione dagli schizzi che Håfström lasciava in giro per lo studio. E prima ancora che le canzoni fossero terminate, Håfström aveva già dipinto la copertina del nuovo disco “Zugzwang”.
Quando è arrivato il momento di registrare il nuovo materiale, Skantze e Af Ekenstam hanno reso le session in studio una sorta di dolce ritorno a casa per Faraone. L'approccio introspettivo e confessionale alla scrittura delle canzoni ha ispirato un approccio scarno e caldamente melodico agli arrangiamenti. Mentre le canzoni descrivono un senso di isolamento e desiderio di fuga, le registrazioni celebrano la riunione di amici che hanno imparato ad ascoltarsi l'un l'altro come affiatati collaboratori. E questo senso di comunità è ulteriormente rafforzato dalla presenza di colleghi e amici come Alice Boman, Campbell Woods, Ellen Froese e Simon Stalhamre che forniscono preziosi contributi all’album.
In “Zugzwang”, i Barbarisms hanno scavato nel cuore ferito della musica country e riproponendo le forme classiche di quel genere con gli occhi di una band svedese guidata da un americano espatriato. Come canta Faraone in “Another Sunday Morning”, C'era qualcosa di forte in quella canzone country che la mia mente non poteva rovinare. E’ la continua ricerca di quel 'qualcosa di forte' che illumina anche i
temi più oscuri di questo disco.

BARBARISMS è presentato in Italia da HEY MAN BOOKING

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