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ALCEST

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Il battesimo è avvenuto con Souvenirs, ora è giunto il momento della confermazione.
Dopo aver ammirato per un attimo il bell'artwork (comunque inferiore al capolavoro concettuale di quello del precedente album) e dato un ascolto notturno a EĢcailles de Lune (che per il sottoscritto è una delle uscite più attese dell'anno), ecco le mie impressioni prettamente emozionali: ritrovo con grande piacere il tono di poesia tipico di Alcest che, a dispetto degli osanna al creato ed alla vita del precedente episodio, benchè ne riprenda il concept, ha molto di tragico e di afflitto. Più che suscitare dolci ancorchè nostalgici turbamenti, questa volta le visioni sembrano versare lacrime: da una distanza che manda un senso di rammarico per la loro perdita e le trasformazioni nel frattempo avvenute. Neige si fa qui cantore del visibile e dell'immediato, fa del senso della vicinanza la sua cifra; dà qui respiro al mondo inducendo un sentimento beneaccetto di disincanto e frustrazione. Il suo sguardo non si rivolge più al mondo con occhi fiabeschi di bambina, quanto con quelli di un ragazzo plagiato dal furore delle passioni.

Il disco si dipana, perlomeno nella maggior parte del suo minutaggio, sul tema del premiato tandem chitarristico arpeggio pulito/riffing black-style ultrasaturo: questa volta però la costruzione dei pezzi è molto più nervosa ed imprevedibile, giocata su ripartenze, scatti improvvisi, attimi di pausa ed altri di furia cieca (con tanto di blast beat). La suite composta dalle due parti della title track ne è la sintesi perfetta: riff disperati (gli accordi maggiori la fanno ancora da padrone) si alternano a chitarre clean molto liquide (solito abuso, in senso buono, di riverbero e delay); un drumming ora molto più vario (gli Alcest si sono finalmente dotati di un batterista di ruolo, Winterhalter) dona quel pizzico di spessore armonico in più ai pezzi, così come il cospicuo aumento di tracce sovrapposte, sapientemente giostrate da un ottimo lavoro svolto in fase di mix (che lascia sempre e comunque le chitarre in primo piano, ed a ragione).

ALCEST è presentato in Italia da Vertigo.co.it

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